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13 giugno 2019

Sottraendo


"E quindi parliamo di musica! Lei è un artista che sta avendo un riscontro particolare in questo momento. Ci racconta un po' quello che fa? "
"Beh la mia è una musica che nasce dalla volontà del sottrarre, musica realizzata attraverso il gioco del sottrarre, per meglio dire."
"Ci spiega meglio?"
"Beh la teoria musicale tradizionale ci insegna che la musica è fatta di melodia, armonia e ritmo, poi ci sarebbe il testo, ma lasciamolo da parte per il momento. Questi sono concetti ampiamente condivisi, ma è una classificazione che a me ha sempre dato un senso di vecchiezza, di ammuffito, no?"
"Capisco, quindi?"
"Innanzitutto l'armonia. L'armonia è una gabbia che imprigiona l'artista, pensi a come la musica contemporanea ha abbandonato i concetti di tonalità, di armonia tradizionale, oppure pensi al Free Jazz, no? L'armonia è evidentemente un fardello dal quale noi musicisti avremmo dovuto liberarci prima, ma se ci pensa, la musica popolare sta in qualche maniera confermando questa tendenza, uno o due accordi, tonica e dominante e via andare. Mi perdoni però, c'è un equivoco, questo non è fare a meno dell'armonia, è semplificare l'armonia fino a farla risultare talmente ininfluente da far pensare che non ci sia. Una vera libertà armonica è al contrario ottenibile solo eliminando ogni sovrapposizione di note, niente accordi, niente contrappunti, è questo il vero elemento dirompente!"
"Quindi lei dice niente sostegno armonico... ma ritmo e melodia?"
"Ci arrivo. Melodia, lei mi insegna, che brutta parola. Non c'è niente di più offensivo per un artista di essere definito un 'melodico', conviene? La melodia, mi creda, è la morte della musica. Il pubblico segue bovinamente, impara a canticchiare la melodia, ma è un'esca per palati grossolani, un escamotage così facile e squallido. Del resto, di nuovo, la musica popolare, che è espressione del comune sentire, ormai ne fa volentieri a meno, pensi al Rap, all'hip hop..."
"E il ritmo? Il Rap che lei chiama in causa è essenzialmente basato su un ritmo riconoscibile, coinvolgente, e anche su sincopi, controtempi, roba tutt'altro che banale."
"Anche qui ci sarebbe molto da dire. Il ritmo è l'elemento primordiale. Non si dice sempre che la musica nasce da un africano che batte due rami su un tronco, ovvero un tamburo rudimentale, no? Bene, benissimo ma... mi perdoni, per quanto tempo dovremo essere legati al ritmo? Non è proprio possibile trovare qualcosa di innovativo? Siamo sempre lì dopo ottomila anni? Non ne abbiamo ancora abbastanza? Io faccio questa semplice sottrazione: togliamolo via, e si apriranno enormi orizzonti, badi bene, dove nessuno prima si è avventurato davvero. Non le sembra affascinante?"
"Okay, ma quindi senza armonia, melodia né ritmo cosa resta? Un testo poetico? Come possiamo definire musica un semplice testo?"
"Chi ha detto che la mia musica abbia un testo? Io ho sempre scritto musica strumentale".
"Chiaro. Beh a questo punto siamo curiosissimi di passare all'ascolto. Possiamo sentirne un assaggio?"
"Certamente!" 


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