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04 novembre 2017

La sindrome del melisma italo-giorgiano di seconda discendente (MIGSED)

Grande scalpore sul web sta facendo Rita Bellanza, concorrente di X Factor dalle corde vocali brasate da noduli cordali, che ha impressionato pubblico e giudici con una serie di cover terribilmente stonate a causa delle condizioni precarie del suo apparato fonatorio, ma giudicate particolarmente intense ed emozionanti.
Rita Bellanza
I suoi video sono diventati "virali" ed è proprio dalla visione di un suo video che abbiamo tratto ispirazione per parlare di tutt'altro, ovvero di un fenomeno diffuso quanto pernicioso per il quale abbiamo coniato il termine "MIGSED", acronimo di "Melisma Italo-Giorgiano di Seconda Discendente". 

Il melisma: un male curabile

Per chi non conosce il termine (facciamoci aiutare da Wikipedia), il melisma è una specie di ornamentazione melodica che si applica a una sillaba del cantato aggiungendovi una serie di note di abbellimento di altezze diverse senza interrompere l'emissione. Il melisma, in pratica, introduce una rottura nella convenzione del canto sillabico perché a una stessa sillaba vengono a corrispondere più note invece di una sola. La sua funzione è espressiva e virtuosistica. E' molto diffuso nella moderna musica pop di derivazione afroamericana. Stevie Wonder, ad esempio, ne fa largo uso. Con minor sapienza di lui, quasi tutte le cantanti pop moderne tendono a farne un uso spesso smodato. Mariah Carey è probabilmente la regina attuale del melisma, anche se la derivazione del fenomeno è quasi certamente black.
Mariah Carey
Nella musica popolare italica, che ormai è figlia dei reality, lo scimmiottamento della black music è diventato cronico, quindi il melisma viene applicato con effetti tanto più molesti quanto più le canzoni colpite sono esteticamente lontane dallo stile soul. Nel caso delle cover di canzoni italiche degli anni '60, molto in voga ultimamente, lo stridore stilistico raggiunge l'apice.

Che cos'è il MIGSED

Detto questo, proviamo ad ascoltare con attenzione la cover di "Io che amo solo te" fatta da Rita Bellanza, appunto, di cui si diceva prima. Dato che vocalità e intonazione di Rita sono assimilabili allo strusciare del gesso sulla lavagna e dunque sostanzialmente inclassificabili, dovremo cercare di concentrarci sull'interpretazione; arriviamo allora al punto in cui nell'originale Endrigo canta "Io che ho avuto solo te".
Sergio Endrigo
Sentiamo Endrigo:

Rita, sbagliando le parole, canta invece "Io che amo solo te", ma questo ha poca importanza. Arrivati al "te" succede qualcosa che all'orecchio inesperto può sfuggire, ma che invece non va mai sottovalutato. La melodia originale di "solo te" presenta una sequenza di tre note discendenti a distanza di un tono l'una dall'altra (supponiamo per semplicità siano mi-re-do anche se questo in realtà dipenderà dalla tonalità scelta). Le tre sillabe "so-lo-te" nella versione di Endrigo sono ovviamente pronunciate una per nota. Quindi "so" è un mi, "lo" è un re, "te" è un do. Invece Rita, dopo aver pronunciato "so-lo" fa partire la sillaba "te" ribattendo il re, poi con un portamento scende al do. Quindi la "e" di "te" si sviluppa su due note diverse (re-do), creando un'ornamentazione sull'intervallo di seconda discendente, appunto un MIGSED, seppur molto discreto, appena accennato, non particolarmente pericoloso. In pratica il mi-re-do diventa un mi-re-redo. Sentiamolo:

Ora, in musica le variazioni son di per sé una cosa bella, nessuno vuole sentire nel pop un'esecuzione da spartito. Però si può parlare di variazioni solo se ricorrono occasionalmente. Per cui vediamo come affronta Rita lo stesso passaggio alla seconda esposizione del tema. Ed ecco qua:

Come si può sentire, c'è lo stesso identico portamento discendente. Non è dunque una variazione sul tema, ma è piuttosto una sorta di cliché che si è purtroppo incistato nella linea melodica. 

Italico ma anche Giorgiano, che significa?

Questo uso del melisma sull'intervallo di seconda discendente è talmente diffuso che qualsiasi giovane inizi a cantare tenderà inevitabilmente ad esserne colpito. Ma dato che è un fenomeno relativamente recente (una ventina di anni direi), ci deve essere una genesi. Giorgia Todrani è sicuramente la musa ispiratrice di un esercito di giovani cantanti da reality ed è abbastanza plausibile ipotizzare che i melismi black siano il frutto di un contagio di derivazione giorgiana.
Giorgia Todrani
Sentiamo dunque come affronta Giorgia lo stesso passaggio:

Come volevasi dimostrare il melisma c'è ed in questo caso è pure più accentuato di quello di Rita. Perché qui non abbiamo mi-re-redo ma un bel mi-re-doredo, con la sillaba "te" spalmata su tre note "do-re-do". Sarà forse perché il timbro e la vocalità di Giorgia sono di cilindrata enormemente superiore, sarà forse che, in fondo, il "te" parte e finisce sulla nota do e quindi c'è più aderenza alla melodia originale, sta di fatto che questo "trillo" può sembrare  meno musicalmente sgradevole. Ma tuttavia resta in bocca il sapore amarognolo del già sentito, della variazione scontata, che non aggiunge, ma al contrario svilisce la melodia originale. 
Sembra comunque corretto considerare Giorgia come la capostipite virtuale della genia di cantanti affette da melisma cronico, ed attribuire dunque a lei la responsabilità di questo ceppo di melismi. Ecco spiegato il termine "Melisma Italo-Giorgiano di Seconda Discendente", e di conseguenza l'acronimo: "MIGSED"

Ma quanto è diffuso?

A questo punto perché non provare ad analizzare altre cover moderne di brani dello stesso periodo, così da verificare quanto sia diffuso la sindrome del MIGSED?
Emma Marrone
Sentiamo Emma Marrone affrontare dal vivo il superclassico "E se domani". Dopo lo scontato inizio in sordina e l'altrettanto ovvio crescendo fino al climax della "perduta felicità", si arriva all'invitante intervallo di seconda discendente tra il "ma" e il "ni" di "E-se-do-ma-ni (e sottolineo se)". Purtroppo il MIGSED è molto evidente:

Come potete sentire, dopo il si ribattuto 4 volte "e-se-do-ma", parte un melismone sguaiato costituito da ben 5 note legate da vari portamenti, tutte sulla sillaba "ni": si-si-si-si-lasidosila. Questo è proprio brutto oltre che parecchio stonato e infatti parte puntuale l'applauso del pubblico.
Esistono anche casi particolarmente sfortunati, dove il melisma si è ormai diffuso in modo talmente capillare da rendere impossibile una regressione del male:
Noemi
Noemi ci può dare la conferma definitiva: basti sentire questo passaggio de "Il cielo in una stanza" dove la poveretta inanella una sequenza formidabile di cinque (o sei!?) MIGSED consecutivi di particolare bruttura:

Perché esiste?

Questo melisma suona probabilmente come black all'orecchio italico del cantantello da reality, soprattutto in presenza di intervalli di semitono che danno l'illusione di essere blue notes, ma che a ben guardare hanno radice più nel melodico romanesco, direi baglioniano o addirittura landofioriniano, che nel delta del Mississipi.
Lando Fiorini
Per dirla in modo schietto: tu vuò fa' lo Steve Wonder, ma sei nato in Italy... ecco la tua matrice vera:
E tuttavia la funzione del MIGSED vorrebbe essere prima di tutto interpretativa: in quanto bluesy dovrebbe evocare passione, sofferenza e intensità, tutte caratteristiche essenziali per piacere al grande pubblico. Tuttavia la funzione del MIGSED è duplice: esso consente, ritardando o evitando l'intervallo di seconda, di aggiustare l'intonazione arrivando per gradi alla nota destinazione grazie all'intrinseco portamento. 

Conclusione

Come abbiamo già spiegato, questo subdolo male si è talmente incistato nello sviluppo melodico della canzonetta italiana da divenire cifra stilistica. Sciaguratamente, anche le cantanti jazz alle prime armi scivolano facilmente sul MIGSED, ma è importantissimo che il bravo insegnante individui ed estirpi dalla radice il melisma prima che si cronicizzi e diventi dunque incurabile. Ricorda che il melisma italo-giorgiano di seconda discendente si può combattere con efficacia. Essenziale però è la diagnosi precoce affinché la sua rimozione sia completa e definitiva. Anche tu puoi dare il tuo contributo, insieme possiamo sconfiggerlo!

106 commenti:

  1. Bella "radiografia" di un vezzo ormai diventato sgradita moda.

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  2. Bella "radiografia" di un vezzo ormai diventato sgradita moda.

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  3. chiunque tu sia, per me sei un genio.

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  4. Complimenti,assolutamente interessante,grazie Condivido in todo! Non conoscevo il MIGSED,ah,ah,ah,..

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  5. Dimenticavo il melisma o gruppetto veniva applicato alla musica per clavicembalo infatti serviva per sostenere la minima o la semibreve in quanto lo strumento a pizzico (clavicembalo) non permetteva la durata della nota.Naturalmente l'autore dell'articolo lo sa ,ma volevo metterlo a disposizione.....

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  6. divertente e tragicamente vero! :-)

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  7. Finalmente un'analisi distaccata di questo fenomeno assurdo, che purtroppo ormai imperversa anche tre i più bravi (non i più virtuosi, quelli lo fanno sempre), ma i più "bravi" quelli o quelle, che canterebbero davvero bene se non copiassero gli altri/altre. Copycat:-)

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  8. speso guardando i realitiy tipo xfactor o analoghi, vedendo soggetti dalle interpretazioni un po forzatamente "particolari" li per li anche di buon effetto, mi sono chiesto: " ma questo se dovesse incidere un diisco di 10 canzoni, o fare un concerto di 2 ore e mezza, canta così dall'inizio alla fine?. così fu anche per la Giusy Ferreri, che dopo aver visto la gente attratta dalla sua inflessione, ha preso subito ad enfatizzarla smarmellando le palle agli ascoltatori

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  9. Meglio il Melisma di Mariah e Stevie......le sporcizie termine che è PIÙ indicato per le schifezze che ho sentito e che faranno fessi un pubblico sordo , ma non me e gli addetti ai lavori. Mi chiedo ma la discografia ha davvero sete di queste schifezze graffianti stonate rauche? Il problema è sempre il solito.....si autoproducono ......ma le etichette discografiche dovrebbero PROIBIRE questo schifo fa male alle mie e vostre orecchie.

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  10. Analisi ottima e tecnicamente corretta, unico punto che non mi piace è l'addebito a Giorgia Todrani, che ha sostanzialmente inventato una tecnica ed è incolpevole per l'influenza che ha instillato in cloni più o meno validi.

    Peggio ancora del MIGSED, secondo me, fu l'uso dell'"autotune hackerato" che prese piede anni fa (capostipite Cher, se non ricordo male) e che aveva l'effetto di una martellata sugli zebedei ogni volta che si sentiva.

    In generale qualsiasi invenzione crea novità e interesse, è l'iperclonazione che la trasforma in supplizio.

    Marco

    hammondite.com

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    1. D'accordissimo con te sia su Giorgia, per non parlare dell'autotune, che è nefando. Non si tratta di addebito ma di derivazione, ma ovviamente lei ha una classe diversa dalle altre. Del resto io amo John Coltrane ma mi frantumano gli zebedei molti dei suoi imitatori. Non lo ritengo meno grande per questo.

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  11. Ok, tante spiegazioni e tante critiche. Ma Rita è fenomenale e sentirla è una gioia. Non so cosa fa, non so se stona o no, ma fa venire la pelle d'oca. Forse la pornoattenzione alla tecnica vi toglie l'emozione.

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    1. La pelle d'oca la fa venire anche a me. Probabilmente non per lo stesso motivo tuo.

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    2. Le corde vocali brasate da noduli non dovrebbero essere sottovalutate dalla Rita. Stesso pernicioso problema di quell'altra strillona emiliana dai fianchi larghi, ho rimosso il nome per via della sua voce acuta/stridula. Ah già, la Pausini. La Pausini finisce i concerti praticamente afona. Non usa un solo minuto di tecnica vocale. Ma puntualmente la folla è in delirio. Bah!

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    3. Quindi, forse, la Pausini ha capito qualcosa che a voi ancora sfugge :-)

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  12. Sono sostanzialmente d'accordo. Interessante analisi sull'uso del melisma dal soul al melodico italiano fino al pop contemporaneo.
    Posso aggiungere un dato? Riguarda un fenomeno ora marginale ma in qualche modo consistente e molto significativo. Penso ai canti di chiesa, e non intendo i cori e le corali che in modo più o meno competente si impegnano a prepararsi. Mi riferisco alle signore attempate che intonano e cantano senza strumenti e senza previa preparazione. In queste "esecuzioni", il melisma è diffusissimo, di solito anticipando la nota risolutiva (prendendo ad esempio il brano di Endrigo sarebbe come fare un mi-redo-do). Questo mi fa pensare che lo si adotti in maniera inconsapevole per una comodità esecutiva. A conferma del fatto che più che un abbellimento, è spesso un escamotage per fare qualcosa di luccicoso, ma senza troppo sforzo.
    È una mia idea, ma magari mi sbaglio. Che ne pensi?

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    1. Sono d'accordo. In parte ne faccio cenno anche nell'articolo: "esso consente, ritardando o evitando l'intervallo di seconda, di aggiustare l'intonazione arrivando per gradi alla nota destinazione grazie all'intrinseco portamento". Grazie per lo spunto.

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    2. Sì, grazie a quel passaggio mi è venuto in mente il "melisma parrocchiale" :D

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  13. Mi permetto però di precisare anche qualcosa (fermo restando che considero eccellente questo articolo).
    In effetti si sarebbe potuto sottolineare che Endrigo fa un piccolo trillo, sulla sillaba "lo" (re-mi-re) quasi impercettibile, molto fine, decisamente diverso dagli altri melismi analizzati.
    Ed è anche vero che la stessa Ballanza scende già al do sulla seconda sillaba, facendo dunque più esattamente un mi-redo-redo.

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    1. Penso che tu abbia ragione in entrambi i casi. Ma in effetti, non sono le appoggiature o i melismi il problema, bensì il loro abuso, come tu hai senz'altro colto perfettamente.

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    2. Sì, certo. Era solo per precisare. :)

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  15. Perchè essere così inutilmente pedante? Se hai bisogno di dimostrare al mondo il tuo sapere fallo, ma trattando argomenti più alti e complessi. Non prendendo come esempio una cantante priva di tecnica vocale e srotolando una pergamena di elucubrazioni sulla tecnica vocale. E' stupido. Come sarebbe stupido analizzare un Jeff Beck esaminando nota per nota tutte le sbavature del suo modo di suonare.
    Se vuoi fare il critico con cognizione di causa: scrivi musica, donala al mondo, emozionalo e lascia che sia il mondo a criticarti. Impareresti un sacco di cose e scivolerebbero via spontaneamente tutti questi inutili paroloni da intellettuale del cazzo.

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    1. Mi chiedo come mai la parola "intellettuale" sia così spesso seguita dalla locuzione "del cazzo".

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    2. Hai capito anche il resto del mio discorso? O sei balzato subito al fondo per pigrizia?
      Ancora una volta ti poni un quesito totalmente inutile, è proprio per questo che arrivi a conclusioni inutili.
      Fallo un piccolo sforzo una volta tanto, no?

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    3. Io ho il sospetto che gli intellettuali del cazzo siano quelli che pensano che il sapere vada applicato solo nel trattare argomenti alti e complessi, e che non ci sia merito nel discutere la cultura consumata da milioni di persone.

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    4. Secondo me Grey il tuo paragone non regge, perchè Jeff Back esprime qualcosa pur con le sue sbavature, questa per me non esprime proprio niente. Ma è ovviamente un parere personale da intellettuale del cazzo.....

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    5. Grey, probabilmente ti irrita che un articolo palesemente ironico tratti di una cosa futile con serietà. Te lo spiego perché le sfumature sono cosa che non ti appartiene. E' un gioco. Un gioco in cui dico cose serie su argomenti futili, con tono ironico. Mi dai dell'intellettuale del cazzo con la scusa che hai deciso tu cosa è importante e cosa no. Insomma sei un benaltrista del web. Ma perché reputi importante perdere tempo a commentare quello che scrivo io invece di scrivere tu il tuo articolo su ciò che TU reputi importante? Magari ci puoi parlare di Jeff Beck, che del resto c'entra col mio discorso come il brasato c'entra con la Nutella: anche se i colori, lo ammetto, sono relativamente simili.

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    6. @ Andrea Bonino: si può "applicare" il sapere ad argomenti mondani e ad argomenti complessi. "L'intellettuale del cazzo" usa il sapere per rendersi più grosso di quanto in realtà non sia. E' ancestrale, lo fanno anche gli animali quando arruffano il pelo, gonfiano il petto, ecc. Lo riconosci perché usa paroloni e tecnicismi anche per spiegare le cose semplici.

      @ Alessandro Bertozzi: non mi sembri un intellettuale del cazzo, hai scritto: "questa per me non esprime proprio niente" senza perderti in tecnicismi per dimostrare chissà cosa. Regge perchè Jeff Beck è se stesso, con la sua imperfezione, e lo è sempre stato, anche quando era un signor nessuno. Per alcuni continua ad essere emozionante per altri no.

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    7. @ snaporaz58: Tu argomenti da dietro il tuo schermo l'esibizione di una che è stata in piedi, sola, a nudo, sotto gli occhi di un pubblico seduto in sala e di mezza italia. Ma davvero non riesci a percepire lo squilibrio tra la tua posizione e la sua? Non ti senti completamente ignorante? Non ti viene la voglia di sperimentarlo in prima persona per riuscire davvero a capire cosa significhi e riuscire ad argomentare il discorso con più precisione? Visto che ti piace argomentare minuziosamente.
      Ti sei fatto impegnato a fondo per analizzare nel dettaglio questa ragazza, hai preso di mira quello che per te è un difetto e l'hai analizzato con il microscopio. Quello che mi irrita è la mediocrità che hai scelto di regalare al prossimo.

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    8. @Grey: ah ma non avevo capito che ti sei irritato perché nell'incipit si parlava di Rita Bellanza (non benissimo, è vero)... io credevo avessi letto l'articolo e capito qual era l'argomento. Ti chiedo scusa.

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    9. Sono irritato perchè sei un mediocre che si comporta da Esperto. Dimostrami con un fatto che sei davvero un Esperto, fammi ascoltare un tuo brano. Una tua interpretazione. Qualcosa. Scrivi pure qui il link.

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    10. Ho la sensazione che Grey non conosca la differenza fra un critico (nel senso dell'onesta professione di chi - con cognizione di causa - articola un discorso di giudizio su un dato fenomeno) e un artista-compositore. la storia è piena di illustri critici - d'arte, di musica, di letteratura, di politica etc.) che probabilmente non sarebbero mai stati in grado di produrre un qualcosa di valido artisticamente. Ciò non significa che il loro lavoro di critico sia meno valido. Si tratta semplicemente di due parametri, o meglio di due aree professionali, del tutto differenti.

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    11. La conosco bene invece e il mio intervento è mirato. Chi fa il critico nella stra-maggioranza dei casi (questo è uno di quelli) fa il critico perchè non è stato in grado di Fare. Non ci vedo nulla di onesto! Anzi è una presa in giro. Per parlare con cognizione di causa devi passarci in prima persona e sperimentarlo. Questo comporta un percorso personale, di introspezione, di AUTO critica, di studio, ecc. che farà crollare spontaneamente l'argomentazione critica verso il prossimo (perchè in profondità ti accorgi che è un'attitudine priva di senso) per lasciare spazio alla COMPRENSIONE, quella vera. Non quella da intellettuale del cazzo.

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    12. @Grey Non entro nel merito del discorso perché c'è già chi lo fa molto bene al posto mio in questi commenti. Solo su una cose voglio esprimermi. Signor Grey,non capisco il suo associare il termine "intellettuale" al complemento di specificazione "del cazzo" come a far intendere che gli intellettuali sono una categoria infima. Beh guardi le posso garantire che il progresso dell'umanità deve molto a questa categoria da lei bistrattata.
      In secondo luogo la invito ad informarsi sull'analfabetismo funzionale, il perché lo capirà...forse.
      Saluti
      M

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    13. @pathos: non bistratto i grandi intellettuali e pensatori di cui parli. Anzi! Ma questi scrivono libri, vanno davvero in profondità nell'animo umano. Gli intellettuali del cazzo sfruttano il proprio sapere per apparire grandi agli occhi del prossimo, senza avere alcun tipo di spessore e tridimensionalità. Prendere di mira un difetto o una carenza e analizzarla con il microscopio è superficiale, anche se farcisci tutto con paroloni e tecnicismi. Se invece vuoi "fare" il superficiale, per ironia, per gioco o altro, devi dimostrare comunque di avere una profondità. Questa comporta anche il "vissuto".
      Qui c'è un intellettuale che mira in alto, conia addirittura un termine, ma non comprende veramente che minchia dice, perchè non l'ha mai vissuto effettivamente. Si siede a bordo campo, analizza quelli che giocano e si fa il figo la sera al bar con gli amici usando i paroloni che ha studiato sui libri.
      Spero di aver spiegato adeguatamente lo locuzione "del cazzo" riferita all'autore di questo blog.

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    14. allora non diamo pareri su niente che non abbiamo fatto di persona! che ne so... vini che non sappiamo vendemmiare, cibi che non sappiamo cucinare, leggi che non sapremmo promulgare, film di cui non abbiamo mai fatto il regista.... eh?

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    15. Il parere è una cosa, il trattato è un'altra. Qui c'è un'analisi approfondita mascherata da ironia che vuole semplicemente ingrandire l'ego di chi l'ha argomentata. Il mio intervento, dopo aver letto alcuni commenti che lo elogiano in maniera esagerata, vuole sgretolare questa impalcatura da Esperto che l'autore del blog ha costruito. Apprezzo sempre il parere spassionato che stimola discussione e confronto, ma se vuoi fare l'esperto dimostrami che lo sei realmente. Altrimenti taci e non riempire il web di merda spacciandola per cioccolato perchè la gente finirà per mangiarla e vomitarla a sua volta addosso a qualcun altro. All'infinito.
      In ogni momento possiamo spezzare questo ciclo di mediocrità.

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    16. Scusa @grey. Per essere un esperto serve una certificazione particolare, tipo quella energetica? Io non ce l'ho ma magari tu puoi procurarti qualcuno di esperto, purchè certificato ovviamente, che confuti nel merito le inesattezze che ho scritto nel mio trattatello saputello, senza possibilmente reiterare gli sterili insulti a me perchè quella è la parte dove ti sei già espresso con sufficiente autorevolezza e convinzione.

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    17. Sei esperto quando hai anche l'esperienza oltre il sapere. Tu hai solo sapere e lo usi per criticare. E' da mediocri, eppure fai l'intellettuale. Non hai nessun tipo di voce in capitolo. Prima dovresti scrivere un brano, due, quattro, usando o NON usando il melisma. Farli ascoltare a tanta gente e con il tempo la "certificazione" te la daranno le persone e gli altri esperti. Riconosco che non sia assolutamente facile! E' più facile star seduto, analizzare e criticare. Sei l'equivalente dei mediocri che stanno seduti davanti alla tv a guardare il grande fratello e a criticare chi ha fatto cosa e cosa avrebbe dovuto fare.
      Con la differenza che qui ti dicono "grazie!", "genio!", "ti amo!", "complimenti!", condividono, divulgano perchè hai creato una bella impalcatura da intellettuale del cazzo con la libreria sullo sfondo e la foto profilo pseudo-naif mentre davanti alla televisione rimane uno sfogo da gossip senza i paroloni e i trattati.

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    18. Peccato che questa sia la dimostrazione di come, partendo da una critica interessante, si finisca ad insultarsi per posizioni avverse, senza alcun titolo se non raffigurare il personaggio ben interpretato da Crozza che racconta del leone da tastiera "hater" sanza alcuna ragione se non affermare la propria ragione a tutti i costi.

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    19. Potrei dirti che è la dimostrazione di come, partendo da una persona/persone che FANNO qualcosa di interessante (che può piacere o meno) si finisca a criticare senza alcun titolo. Il leone da tastiera è lui, che ha bisogno di un blog per ricevere apprezzamenti.

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    20. Non intendo approfondire la questione su chi possa parlare, su quale sia il confine tra "parere" e "trattato" o altro. Mi limito a sottolineare due cose.
      Vorrei capire: quando si diventa esperti in teoria musicale? Quando si è pubblicato un disco? 10? Non si rischia di alzare poi l'asticella, come dai ad intendere tu, caro Grey? "Sì, hai fatto musica ma non hai avuto successo come Giorgia" oppure "ok, ma sei solo autore, oppure suoni ma non canti..." Chi stabilisce il confine su chi può parlare di cosa? Faccio un altro esempio: i giornalisti sportivi devono essere tutti ex sportivi? Galeazzi poteva parlare solo fin quando non è ingrassato? Vabbè, mi fermo.

      Torno all'argomento dell'articolo. Ammetto di aver aperto il link postato su Facebook da un mio contatto pensando di trovare un articolo su una malattia rara (giuro! :D )
      L'ironia con cui si presenta mi ha catturato e mi ha fatto capire il meccanismo tecnico di qualcosa che mi dava fastidio ma che, essendo non esperto di canto nè di teoria musicale, non conoscevo.
      Sarà pur vero che utilizza affermazioni drastiche ("quasi tutte le cantanti pop moderne tendono a farne un uso spesso smodato" oppure "[Noemi] inanella una sequenza formidabile di cinque (o sei!?) MIGSED consecutivi di particolare bruttura" e viene definito un "subdolo male" da estirpare alla radice prima che si cronicizzi.) ma in fondo dà un parere tecnico su qualcosa che, come ammette lo stesso Snaporaz, è apprezzato da tanti. è un trattato? Chi l'ha detto? Per me è comunque meglio di chi dice "questo cantante fa schifo", senza dare uno straccio di motivazione sui suoi gusti. L'autore ha il suo spazio, nel suo blog, in cui si esprime come meglio crede. Non fa il critico di professione (almeno credo) ma ha competenze musicali sufficienti per poter dire qualcosa con competenza tecnica. A me basta.

      E a proposito della paura che queste elucubrazioni da i.d.c. vengano sparse come merda in giro per il web, non temere, Grey. So già che se ne parlerò, sarà con chi è già d'accordo con me (noi) e se ne parlassi con qualcuno che ama Noemi e tutti i cantanti dei talent mi guarderebbe con sufficienza senza cambiare opinione.

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    21. PS. Snaporaz, sono il tuo avvocato. Poi passa per la parcella! :D

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    22. @harlequin: il punto è proprio quello! Anche diventando solo un esperto di teoria musicale te ne mancherà sempre un pezzo. Ti stai limitando a pensarla la musica, non a crearla. Quindi le tue critiche saranno superficiali. Un'analisi così dettagliata me l'aspetterei da un John De Leo. Che è davvero andato a fondo nella tecnica, nell'interpretazione, nella sperimentazione. Significa che se un artista di quello spessore si sbattesse per fare l'analisi di una tecnica o un modo di cantare allora sceglierebbe un argomento realmente valido. Sarebbe sì divulgativo, utile all'approfondimento, utile al mondo, avrebbe un altro sapore. Questo sa di merda! Basta inondare il mondo di merda, no?

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    23. No, Grey. Non sono d'accordo. Perchè tutti quelli che vanno ai talent, o a Sanremo, o pubblicano un disco, (come chi scrive un libro o fa un film...) si sottopongono al giudizio insindacabile di chi ascolta e decide se comprare, vedere, leggere, ascoltare... e commentare!
      Ed io ho il diritto di dire, per esempio che i Quintorigo li trovo noiosi o belli, strani oppure originalissimi, ed è tuo diritto dire che non sei d'accordo o chiedermi il perchè. E ti direi (visto che mi piacciono) che fare musica rock, piena di energia, con strumenti acustici classici e lavorare sulla voce come fa John De Leo (perchè preferisco i loro primi lavori), è molto originale ed estremamente interessante!
      Ma se a me la modulazione della voce di Gigi d'Alessio (quella tipica del melodico napoletano) mi irrita per una serie di caratteristiche, o se l'assolo di George Harrison in And I love her mi disturba perchè sembra suonato da un principiante alle prime armi lo posso dire in un mio blog?

      Pippo Franco non ha preso lezioni di canto eppure ha pubblicato e venduto molti dischi. Lui però almeno ci ha provato. Può parlare? Scusa se insisto ma è per provare a chiarirti il mio (e non solo mio) punto di vista. Non puoi decidere tu il confine tra chi può esprimersi e come (pubblicamente, in un commento, in un blog).
      Se ci hai fatto caso ci sono altri che dissentono con quanto espresso dal post ed il suo autore non ha risposto dicendo: "ti sbagli, questa è la verità assoluta", anche se ironizzando nell'articolo si è espresso così. Ma ti sembra serio uno che dice a proposito di un solo abbellimento vocale "estirpiamolo alla radice", come se fosse davvero un virus che rischia di diffondersi a livello pandemico? E dai... :)

      Per me ha ragione nella sostanza, ma ora non mi metterò a diffondere depliant informativi davanti alle scuole di canto dicendo: "melisma, se lo conosci lo eviti!" :D

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    24. Se la metti così è normale che tutti possono dire tutto! E' anche per questo che il web è diventato una pattumiera. Ma se invece di esprimere il tuo gusto tu ti mettessi ad analizzare il PERCHE' sono noiosi i Quintorigo diventeresti un intellettuale del cazzo.
      Ti troveresti presto ad un punto morto in cui non comprendi bene quello che stai meticolosamente cercando di spiegare. Perchè ti manca l'averlo sperimentato in prima persona. Ti manca l'aver sviluppato una tecnica particolare, l'averla padroneggiata e usata per trasmettere un'emozione specifica e tutto ciò che sta prima, dopo e durante.
      Se sei acuto ti accorgeresti che questo punto morto arriva quasi subito! Molto prima di tutti questi paroloni e queste spiegazioni pedanti. Se sei mediocre questo punto morto non lo vedi e ti convinci di sapere.
      Sono comunque dell'idea che CHIUNQUE possa uscire dalla mediocrità, non è un "privilegio dei geni". Quindi anche l'autore di questa pagina può sfidare la pigrizia ed uscire da questa bolla da intellettuale del cazzo.

      Le mie parole sono volutamente forti perchè credo non se ne possa più dei professoroni che non sono stati in grado di esprimersi con la musica e allora scelgono di criticarla.

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    25. Vabbè, qua risulta difficile capirsi.
      Io ho provato a spiegarti che, non trattandosi di verità assolute, si può esprimere il proprio pensiero. Se uno mi dicesse che trova noiosi i Quintorigo perchè gli piacciono di più i suoni elettrici e la batteria mica gli dico: attento, sei ad un punto morto, stai varcando il confine della "terra degli i.d.c."!
      Mi sta dicendo la sua opinione. Non funziona che siccome piacciono a me e a te (che tra l'altro non si sa neppure se fai musica o no) allora nessuno può permettersi di esprimere una critica circostanziata. Ti ripeto: io sono più contento quando mi dicono il perchè, così capisco quali sono le corde che vengono toccate in quella persona quando ascolta musica.
      Sai c'è chi si sente toccare il cuore quando ascolta Allevi e chi lo trova insignificante, chi ascolta Ligabue e chi lo critica perchè usa tre accordi, chi ama il virtuosismo dei Dream Theater e chi non sopporta tutto quel rumore. Knopfler ha un suo modo di suonare la chitarra e Pat Metheny un altro. Se ascolto alcune cose e ne scarto altre per motivi oggettivabili* ne ho la facoltà?
      Finchè avrò le orecchie per ascoltare e un po' di attenzione per cogliere i dettagli nella composizione e nell'esecuzione mi sentirò libero di scegliere e, toh, anche commentare pubblicamente. Anche se non so suonare, nè tantomeno comporre musica. E critico liberamente Fabri Fibra (tanto per fare un esempio) sapendo di non avere nè la capacità nè la voglia di fare quello che fa lui.
      Ma forse il dannato sono io. Sono ad un punto morto da più di 20 anni. Da quando ho cominciato ad ascoltare musica in maniera un po' più selettiva. Ed il mio problema più grande in proposito sta nel fatto di non sopportare chi dice cosa posso o non posso dire e pensare sulla musica che ascolto. Perdonami!

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    26. *oggettivabile non significa oggettivo, cioè non opinabile.
      Per motivi oggettivabili intendo quello che scrivevo prima. Se non mi piace il metal perchè non gradisco quel modo di cantare (scream, growl...) dico che per qualcosa di concreto non mi piace qualcosa (motivo oggettivabile), perchè è oggettivo che in quel genere si usa quel tipo di vocalità. Ma non intendo dire che non deve piacere a nessuno quel genere musicale.

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    27. E' tutto molto interessante. A dire il vero di musica non capisco niente. Il passaggio che mi ha più trovato d'accordo del post che ho letto con attenzione pur non capendo quasi nulla è quando dice che ascoltare Rita Bellanza è come sentire un gesso che stride su una lavagna che è esattamente quello che penso io. Non capisco che bisogno c'è di scaldarsi tanto, è vero che la tuttologia e i troll sono molto diffusi, ma sarebbe bello scmbiarsi opinioni senza darsi l'un l'altro dell'intellettuale del cazzo o del narcisista di merda. E' la rete belli!

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  18. è l'evoluzione ...niente di piu' scontato ..poi si puo' dare un nome e una spiegazione a tutte le evoluzioni e il percorso nel tempo ma detto cio' non mi sembra un gran problema ogni uno nelle proprie influenze temporali canta e agisce in base all'esperienza avuta! perche' prendersela tanto!

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  19. Grazie, farò leggere l'articolo a mia figlia, che canta da diversi anni e siccome la sua preparazione non è stata ispirata al black mi sembra non abusi del succitato MIGSED.... E canta fantasticamente bene... Ma sono di parte.... comunque secondo me, ma questo è solo un mio personalissimo parere, la Bellanza dovrebbe stare a vendere, chessò, della pizza a taglio, con tutto il rispetto dovuto a chi si guadagna uno stipendio dietro al banco di una pizzeria a taglio, e che ha tutta la mia incondizionata stima. Per quello che vale.

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    1. Nel mio piccolo mi sono formata moltissimo con la musica black, jazz, soul ma non mi viene proprio in mente di fare del migsed, amo essere pulita e la sfida è riuscire a dare emozioni comunque, senza fare la landofiorini della serata.

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    2. Il mio articolo era nato come una cosa ironica (benché serissima) ma sono sorpreso io stesso dalla quantità di apprezzamenti (e anche da qualche critica, ma ci sta), segno che la cosa è più sentita di quanto pensassi. Grazie della vostra attenzione!

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  20. Una volta le persone venivano triturate dalle belve al Circo Massimo. Adesso vengono triturate dai finti entusiasmi facili dei giudici dei talent. Per ora gli serve la storia triste di quella che canta esprimendo tutta la sofferenza che ha dentro, cantando malissimo. Quando poi non servirà più, ciao e a casa. E svegliandosi dal sogno tutto sarà inevitabilmente peggio di prima.

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    1. ah dimenticavo, sul melisma cronico bella la disamina dei vari casi! è uno strumento e come tale si può usare bene oppure male.

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    3. Non potrei essere più d'accordo (su entrambi i commenti).

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  21. grazie di cuore per questo bellissimo e divertente articolo. da tempo preferisco il rumore del traffico o le stonature di Florence Foster Jenkins a questo ABOMINEVOLE appiattimento canoro, da te genialmente battezzato MISGED. premesso che per me i melismi buoni li san fare solo quelli come Stevie Wonder (io non salvo manco la Carey, né Giorgia), il loro abuso mi risulta talmente fastidioso da rifiutare l'ascolto di qualunque """novità""" da vent'anni a questa parte.Diffondiamo il verbo e combattiamolo!!! io in primissima linea!!!

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    1. Giusta osservazione. E' l'appiattimento la vera conseguenza dell'abuso del cliché, non i melismi in sé... ci sono anche quelli benigni, tanto per star sulla metafora. Grazie della tua attenzione.

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  22. Perfetta analisi, allora non solo su di me ha un effetto sgradevole ! Il problema (secondo me, almeno) è che mi capitano ragazzine (ho uno studio) che non lasciano passare piu'di 3-4 secondi senza farne uno, perchè pensano che fare tanto MIGSED voglia dire essere molto brave....

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    1. Allora tu che puoi intervenire in prima persona, togli loro il maligno finché sono giovani! Scherzi a parte, grazie della tua attenzione.

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    2. Si, magari col padre alle spalle che ti dice che microfono usare...

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  23. Non sono un esperto in materia ma preferisco ascoltare tra le più famose ANITA BAKER piuttosto che quelle del migsed.
    Ho detto tutto !!!

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  24. Avete sentito la recentissima interpretazione di "Io che amo solo te" eseguita da Chiare Civello e Chico Buarque ???
    Lei scivola inesorabilmente nei prevedibili melismi stile Giorgia mentre lui, il grande Chico, dà una lezione di sobrietà, classe e intensità a tutti !

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    1. Citazione pertinentissima, complimenti! Devo dire che la ricordavo anch'io molto squilibrata nel senso che dici tu. Risentendola mi sono un po' ricreduto, la Civello è abbastanza sobria. Vero è che quando entra Chico Buarque si coglie istantaneamente l'abisso. Classe, intensità e direi senso del ritmo. I suoi meravigliosi anticipi e ritardi nel fraseggio...

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  25. Analisi onesta e senza difetto ... Complimenti per la competenza !!

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  26. Qualunque cosa o persona tu sia hai un grande coraggio, preparazione e onestà ..quindi ti stimo; nella mia esperienza ormai di 49enne che canta da quando aveva 3 anni posso finalmente dire che mi sento meno sola rispetto a tutte le cantantesse di ultima e penultima generazione che credono che cantare con un microfono e rincorrere in modo disorganizzato le note sia sintomo di bravura. Sono stata una bambina prodigio rispetto ai miei tempi e anche rispetto a questi perché il dono me lo ha dato l'Universo non ho mai usato trucchi e neanche studiato ma la voce deve essere piena e soprattutto vera e tu hai saputo perfettamente spiegare la differenza tra il cantare e lo scimmiottare con aggiunta di deficit vocali gravi quindi ancora GRAZIE di ESISTERE!

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  27. Penso che analisi simili si debbano condividere quanto possibile, perché si smetta di pensare che "i musicisti son invidiosi" quando criticano aspramente un cantante/strumentista che sale agli onori della cronaca musicale perché emoziona (cosacazzovorràdireemozionalosasoloiddio).
    E' bene spiegarlo nel dettaglio, quindi grazie per questo lascito all'umanità, ce ne prenderemo cura condividendolo quanto possibile.

    E' pur vero che melismi e fioriture alla cazzum sono il modo migliore per esprimere l'incapacità di rendere speciale una semplice melodia, con la presunzione del "ah io faccio meglio di chi l'ha scritto perché mancano note e io le aggiungo ovunque". Ciò vale per i cantanti dei talent, ma tanto più tra strumentisti jazz che ingozzano ogni tema della qualsiasi. E' un mondo difficile.

    (Commento di cui una parola ha senso e settordici sono fioriture, ma tant'è).

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    1. Il mondo ha bisogno del tuo esempio, non della tua opinione. Condividi buona musica, non limitarti ad analizzarla e a criticare aspramente.

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    2. Sul jazz la questione secondo me è un pochino più complessa e tu, secondo il mio modesto parere, rischi di gettare via l'acqua sporca con tutto il bambino. Non sono espertissimo del genere, ma c'è tanto buon jazz con tante note messe al posto giusto. :)

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  28. mi alzo in piedi per applaudire (Giorgia secondo me la peggiore, per maggiore volume vocale si sente meglio il peggio)

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  29. Testo originale:
    c'e' gente che ha avuto mille cose
    tutto il bene tutto il male del mondo
    io ho avuto solo te
    e non ti perdero'
    e non ti lascero'
    per cercare nuove avventure
    c'e' gente che ama mille cose
    e si perde per le strade del mondo
    io che amo solo te
    io mi fermero'
    e ti regalero'
    quel che resta della mia gioventu'
    io ho avuto solo te
    e non ti perdero'
    e non ti lascero'
    per cercare nuove illusioni
    c'e' gente che ama mille cose
    e si perde per le strade del mondo
    io che amo solo te
    io mi fermero'
    e ti regalero'
    quel che resta della mia gioventu'

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  30. Ricordiamo a tutti che la tecnica vocale non e' l'unica componente per fare di un brano un bel brano, altrimenti non si spiegherebbe perché l'unica bella canzone di Giorgia sia "C'e' da fare " e che i piu' grandi artisti tutta sta tecnica non l'hanno ma hanno repertori da brividi, vedi Battisti,Battiato,De gregori,patty Pravo.Quindi non esasperiamo la ricerca della perfezione fine a se stessa se poi la noia di una carriera densa di pezzi mediocri la fa da padrona.

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    1. Hai ragione, ma io non parlo tanto di tecnica vocale (a parte citare il caso di Rita Bellanza che avrebbe seriamente bisogno di un foniatra), quanto di estetica (uso di cliché triti e ritriti che cerco di analizzare dal punto di vista musicale). Per il resto sfondi una porta aperta con me: se dovessi portare un singolo cantante nell'isola deserta forse sceglierei Louis Armstrong (e ho detto tutto).

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  31. Sono d’accordo, che può snaturare la melodia, ma è proprio dei tempi moderni, accordato, per me, SOLO a chi ne può usufruire con alta convinzione, per quanto riguarda l’origine black soul...ed allora Noemi è davvero convinta di ciò, senza risultare artificiosa, ma nella sua persona assolutamente vera e credibile... e Giorgia è un adorabile menestrello... poiché appartiene al cantante il diritto di esprimersi e comunicare nel modo che sente...

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  32. Noemi fa anche MIGSEA (seconde ascendenti), però. Proprio non riesce a prendere la nota.

    Ciò detto, non ascoltando io questi contest non posso aggiungere più di tanto. (Però sì, Battisti per me era stonato, il che non significa che io non lo apprezzi moltissimo... forse perché era minimalista)

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  33. Trovo sostanzialmente tutto molto corretto. È dovuta in parte ad una diffusa superficialità nell'approccio vocale sua tecnico che culturale. E purtroppo molti cantanti iper celebrati ne sono ispiratori, soprattutto nostrani. Spesso viene sottovalutata l'importanza di una respirazione adeguata, di un appoggio diaframmatico fondamentale per favorire un gusto estetico superficiale e spesso sterile. Complimenti!

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  34. Complimenti, che bel pezzo!

    Prima di conoscere Whitney Houston per me "melisma" è sempre stato sinonimo di "Mario Merola", e in generale del cantante napoletano-tipo quando su una nota prende la tangenziale e ottiene quell'effetto "imam nella moschea".

    Ognuno ha il background che si merita.

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  35. I melismi mi sono stati sempre sulle balle ...O comunque sempre da dosare accuratamente e a proposito. Quando mi scopro a farne qualcuno in più mi dò uno schiaffone ;-) Poi la qualità della voce è importantissima se il Soul per te è la 5 nota della scala è meglio se lasci perdere ...Auguri e melodyne a tutti.

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  36. Potrebbe tranquillamente essere un pezzo di un mio amico di cui non faccio il nome ...Ma se sei tu sappi che sono perfettamente d' accordo con te.....Anche se non sei tu ;-)

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  37. complimenti per la simpatia, la chiarezza e la competenza dell'articolo.

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  38. Non c'ho capito molto....vengo dalla campagna io..... però mi sei simpatico, riesci a farne incazzare piu di me e questo è davvero un talento raro!!

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  39. Su questo argomento come in altri riguardanti il canto debbo riscontrare la solita deprimente ignoranza, nonché sfacciata presunzione e stolto pressapochismo. Innanzitutto il melisma non è un “fenomeno” e non è di derivazione “Black” ma è una semplice successione di più note cantate su una stessa sillaba. Il Melisma è un ornamento vocale di antichissima origine greco-ebraico-bizantina, in seguito assimilato dal Gregoriano. Un semplice novizietto fraticello cantore o chierico che canta in un coro è in grado di eseguirlo con estrema facilità. Possiamo – anzi, potete – ascoltarlo la domenica quando andate a messa eseguito nelle salmodie.

    Il tanto decantato melisma “moderno” (contraddizione in termini per quanto appena detto), in cui eccellerebbero la Giorgia, la Beyoncé la Aguilera. La Carey, ecc. . viene considerato invece una stupefacente tecnica virtuosistica. Questo magniloquente sbalorditismo di ossequiosi ‘critici’ sta gonfiando ed esaltando quella che - lo ripeto ancora - è una semplice ornamentazione canora antichissima molto usata nella cantillazione liturgica e nel Gregoriano; un elementare abbellimento che viene spacciato per una strabiliante invenzione vocale dei giorni nostri. Il melisma – ribadisco ad nauseam - altro non è che una successione di note cantate sulla stessa sillaba che chiunque, anche i cantanti meno dotati, sono in grado di fare. Punto.
    Quelli che ascolto in questi esempio canori non vanni intesi come abbellimenti melismatici ma piuttosto come gruppetti o “grappoli” di note ravvicinate Gruppetto (o fiocchetto) è un abbellimento vocale o strumentale che introduce gruppi di note (da 3, 4 in su) che si sommano o aggiungono all’interno di una frase melodica rispetto o intorno alla nota reale, può essere diretto, rovesciato a più note, ecc. Anche questi gruppetti (o fiocchetti) non sono affatto cosa moderna ma traggono origine nei canti arabi, di cui troviamo palesi esempi nella canzone napoletana, andalusa o flamenca. Il portamento e il legato sono ancora un’altra cosa.

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  40. Su questo argomento come in altri riguardanti il canto debbo riscontrare la solita deprimente ignoranza, nonché sfacciata presunzione e stolto pressapochismo. Innanzitutto il melisma non è un “fenomeno” e non è di derivazione “Black” ma è una semplice successione di più note cantate su una stessa sillaba. Il Melisma è un ornamento vocale di antichissima origine greco-ebraico-bizantina, in seguito assimilato dal Gregoriano. Un semplice novizietto fraticello cantore o chierico che canta in un coro è in grado di eseguirlo con estrema facilità. Possiamo – anzi, potete – ascoltarlo la domenica quando andate a messa eseguito nelle salmodie.

    Il tanto decantato melisma “moderno” (contraddizione in termini per quanto appena detto), in cui eccellerebbero la Giorgia, la Beyoncé la Aguilera. La Carey, ecc. . viene considerato invece una stupefacente tecnica virtuosistica. Questo magniloquente sbalorditismo di ossequiosi ‘critici’ sta gonfiando ed esaltando quella che - lo ripeto ancora - è una semplice ornamentazione canora antichissima molto usata nella cantillazione liturgica e nel Gregoriano; un elementare abbellimento che viene spacciato per una strabiliante invenzione vocale dei giorni nostri. Il melisma – ribadisco ad nauseam - altro non è che una successione di note cantate sulla stessa sillaba che chiunque, anche i cantanti meno dotati, sono in grado di fare. Punto.
    Quelli che ascolto in questi esempio canori non vanni intesi come abbellimenti melismatici ma piuttosto come gruppetti o “grappoli” di note ravvicinate Gruppetto (o fiocchetto) è un abbellimento vocale o strumentale che introduce gruppi di note (da 3, 4 in su) che si sommano o aggiungono all’interno di una frase melodica rispetto o intorno alla nota reale, può essere diretto, rovesciato a più note, ecc. Anche questi gruppetti (o fiocchetti) non sono affatto cosa moderna ma traggono origine nei canti arabi, di cui troviamo palesi esempi nella canzone napoletana, andalusa o flamenca. Il portamento e il legato sono ancora un’altra cosa.
    Son però d’accordo con le conclusioni fortemente critiche del blogger che gentilmente mi ospita e di cui non ho il piacere di conoscere l’identità.

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  41. CANIT TE IPSUM: canta te stesso.

    Da sempre nel canto esistono mode e tendenze. Nel mondo, ancora fino all’inizio del Novecento, i modelli da imitare erano in special modo italiani: Ora accade il contrario: viene considerata brava una cantante se risponde a precisi canoni internazionali, soprattutto angloamericani.
    Ed ecco i canoni di cui sopra. Una ‘brava’ cantante deve: 1) far suonare le consonanti sibilando, raddoppiando, strascicando, come già prima di lei hanno fatto e fanno molte grandi interpreti della musica leggera pop internazionale (Withney Houston, Mariah Carey, Cristina Aguilera, Beyoncé, la nostra Giorgia, ecc.) a loro volta scopiazzando le grandi del blues, del soul, del jazz. 2). Deve saper emettere mugolii, lamenti, nasalizzazioni orgasmiche, raucizzazioni, bending sillabico, falling, melismi, infiocchettando con agilità vocalizzi e scale ascendenti e discendenti, proprio come fanno le grandi star, copiandone al meglio, 3) la gestualità (braccia, mani, capelli, espressioni del volto, modo di impugnare il microfono). Il tutto rientra in un’omologazione imitativa a cui pochi riescono a sfuggire, bombardati come siamo dalla martellante invasività dei media. Ho sentito ripetere alla nausea persone anche di buona cultura e discreta sensibilità di aver ascoltato “nuovi talenti, voci strepitose” che a mia volta sono stato invitato ad ascoltare, tutte desolatamente identiche (non nel timbro ma nelle tecniche utilizzate) le une alle altre.
    E saranno solo quei pochi che non cadono nella trappola a poter godere davvero dell’autenticità di una voce libera, non inquadrata, genuinamente emozionata, distinguendola rispetto alle solite “strabilianti” recite vocali come da consueti copioni. Eppure sarebbe semplice: se mentre canti avvertirò la tua emozione profonda e sincera mi arriverai dentro e anch’io mi emozionerò con te (purtroppo il rischio è che questo transfert possa verificarsi anche ad infimi livelli di esecuzione-ascolto). Antonello Chichiricco

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    1. Puntualizzazione tanto competente quanto accurata e condivisibile. Rileggendomi ad esempio mi accorgo solo ora di aver effettivamente lasciato intendere che il melisma tout court sia di derivazione black, il che è ovviamente sbagliato, come lei ben spiega. In realtà mi riferivo a QUEL particolare tipo di melisma "pop" e certamente non a tutti i melismi. Sul fatto che gli esempi proposti siano classificabili anche come gruppetti non ho nulla da obiettare. Sono certamente però anche melismi in quanto successioni di note sulla stessa sillaba, come lei peraltro dice nel suo commento. Di sicuro il termine "melisma", era molto più funzionale di "gruppetto" al mio scopo, che poi, come avrà capito, era giocare linguisticamente fingendo che si stesse parlando di una grave patologia e non di un termine musicale. Grazie

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  42. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  43. Arrivo in ritardo per unirmi ai complimenti e ai ringraziamenti - il bello della rete è che basta davvero che uno indichi che il re è nudo.

    Per il resto mi spiace che, quando si va a toccare il nome del momento, salti sempre fuori lo sbirro che "favorisca le credenziali". Il quale derogherà ai suoi alti principi alla prima occasione, per nessun altro motivo oltre al fatto che formarsi delle opinioni ed esprimerle è quanto di più normale. Pazienza, è fisiologico. Grazie ancora.

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