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04 novembre 2017

La sindrome del melisma italo-giorgiano di seconda discendente (MIGSED)

Grande scalpore sul web sta facendo Rita Bellanza, concorrente di X Factor dalle corde vocali brasate da noduli cordali, che ha impressionato pubblico e giudici con una serie di cover terribilmente stonate a causa delle condizioni precarie del suo apparato fonatorio, ma giudicate particolarmente intense ed emozionanti.
Rita Bellanza
I suoi video sono diventati "virali" ed è proprio dalla visione di un suo video che abbiamo tratto ispirazione per parlare di tutt'altro, ovvero di un fenomeno diffuso quanto pernicioso per il quale abbiamo coniato il termine "MIGSED", acronimo di "Melisma Italo-Giorgiano di Seconda Discendente". 

Il melisma: un male curabile

Per chi non conosce il termine (facciamoci aiutare da Wikipedia), il melisma è una specie di ornamentazione melodica che si applica a una sillaba del cantato aggiungendovi una serie di note di abbellimento di altezze diverse senza interrompere l'emissione. Il melisma, in pratica, introduce una rottura nella convenzione del canto sillabico perché a una stessa sillaba vengono a corrispondere più note invece di una sola. La sua funzione è espressiva e virtuosistica. E' molto diffuso nella moderna musica pop di derivazione afroamericana. Stevie Wonder, ad esempio, ne fa largo uso. Con minor sapienza di lui, quasi tutte le cantanti pop moderne tendono a farne un uso spesso smodato. Mariah Carey è probabilmente la regina attuale del melisma, anche se la derivazione del fenomeno è quasi certamente black.
Mariah Carey
Nella musica popolare italica, che ormai è figlia dei reality, lo scimmiottamento della black music è diventato cronico, quindi il melisma viene applicato con effetti tanto più molesti quanto più le canzoni colpite sono esteticamente lontane dallo stile soul. Nel caso delle cover di canzoni italiche degli anni '60, molto in voga ultimamente, lo stridore stilistico raggiunge l'apice.

Che cos'è il MIGSED

Detto questo, proviamo ad ascoltare con attenzione la cover di "Io che amo solo te" fatta da Rita Bellanza, appunto, di cui si diceva prima. Dato che vocalità e intonazione di Rita sono assimilabili allo strusciare del gesso sulla lavagna e dunque sostanzialmente inclassificabili, dovremo cercare di concentrarci sull'interpretazione; arriviamo allora al punto in cui nell'originale Endrigo canta "Io che ho avuto solo te".
Sergio Endrigo
Sentiamo Endrigo:

Rita, sbagliando le parole, canta invece "Io che amo solo te", ma questo ha poca importanza. Arrivati al "te" succede qualcosa che all'orecchio inesperto può sfuggire, ma che invece non va mai sottovalutato. La melodia originale di "solo te" presenta una sequenza di tre note discendenti a distanza di un tono l'una dall'altra (supponiamo per semplicità siano mi-re-do anche se questo in realtà dipenderà dalla tonalità scelta). Le tre sillabe "so-lo-te" nella versione di Endrigo sono ovviamente pronunciate una per nota. Quindi "so" è un mi, "lo" è un re, "te" è un do. Invece Rita, dopo aver pronunciato "so-lo" fa partire la sillaba "te" ribattendo il re, poi con un portamento scende al do. Quindi la "e" di "te" si sviluppa su due note diverse (re-do), creando un'ornamentazione sull'intervallo di seconda discendente, appunto un MIGSED, seppur molto discreto, appena accennato, non particolarmente pericoloso. In pratica il mi-re-do diventa un mi-re-redo. Sentiamolo:

Ora, in musica le variazioni son di per sé una cosa bella, nessuno vuole sentire nel pop un'esecuzione da spartito. Però si può parlare di variazioni solo se ricorrono occasionalmente. Per cui vediamo come affronta Rita lo stesso passaggio alla seconda esposizione del tema. Ed ecco qua:

Come si può sentire, c'è lo stesso identico portamento discendente. Non è dunque una variazione sul tema, ma è piuttosto una sorta di cliché che si è purtroppo incistato nella linea melodica. 

Italico ma anche Giorgiano, che significa?

Questo uso del melisma sull'intervallo di seconda discendente è talmente diffuso che qualsiasi giovane inizi a cantare tenderà inevitabilmente ad esserne colpito. Ma dato che è un fenomeno relativamente recente (una ventina di anni direi), ci deve essere una genesi. Giorgia Todrani è sicuramente la musa ispiratrice di un esercito di giovani cantanti da reality ed è abbastanza plausibile ipotizzare che i melismi black siano il frutto di un contagio di derivazione giorgiana.
Giorgia Todrani
Sentiamo dunque come affronta Giorgia lo stesso passaggio:

Come volevasi dimostrare il melisma c'è ed in questo caso è pure più accentuato di quello di Rita. Perché qui non abbiamo mi-re-redo ma un bel mi-re-doredo, con la sillaba "te" spalmata su tre note "do-re-do". Sarà forse perché il timbro e la vocalità di Giorgia sono di cilindrata enormemente superiore, sarà forse che, in fondo, il "te" parte e finisce sulla nota do e quindi c'è più aderenza alla melodia originale, sta di fatto che questo "trillo" può sembrare  meno musicalmente sgradevole. Ma tuttavia resta in bocca il sapore amarognolo del già sentito, della variazione scontata, che non aggiunge, ma al contrario svilisce la melodia originale. 
Sembra comunque corretto considerare Giorgia come la capostipite virtuale della genia di cantanti affette da melisma cronico, ed attribuire dunque a lei la responsabilità di questo ceppo di melismi. Ecco spiegato il termine "Melisma Italo-Giorgiano di Seconda Discendente", e di conseguenza l'acronimo: "MIGSED"

Ma quanto è diffuso?

A questo punto perché non provare ad analizzare altre cover moderne di brani dello stesso periodo, così da verificare quanto sia diffuso la sindrome del MIGSED?
Emma Marrone
Sentiamo Emma Marrone affrontare dal vivo il superclassico "E se domani". Dopo lo scontato inizio in sordina e l'altrettanto ovvio crescendo fino al climax della "perduta felicità", si arriva all'invitante intervallo di seconda discendente tra il "ma" e il "ni" di "E-se-do-ma-ni (e sottolineo se)". Purtroppo il MIGSED è molto evidente:

Come potete sentire, dopo il si ribattuto 4 volte "e-se-do-ma", parte un melismone sguaiato costituito da ben 5 note legate da vari portamenti, tutte sulla sillaba "ni": si-si-si-si-lasidosila. Questo è proprio brutto oltre che parecchio stonato e infatti parte puntuale l'applauso del pubblico.
Esistono anche casi particolarmente sfortunati, dove il melisma si è ormai diffuso in modo talmente capillare da rendere impossibile una regressione del male:
Noemi
Noemi ci può dare la conferma definitiva: basti sentire questo passaggio de "Il cielo in una stanza" dove la poveretta inanella una sequenza formidabile di cinque (o sei!?) MIGSED consecutivi di particolare bruttura:

Perché esiste?

Questo melisma suona probabilmente come black all'orecchio italico del cantantello da reality, soprattutto in presenza di intervalli di semitono che danno l'illusione di essere blue notes, ma che a ben guardare hanno radice più nel melodico romanesco, direi baglioniano o addirittura landofioriniano, che nel delta del Mississipi.
Lando Fiorini
Per dirla in modo schietto: tu vuò fa' lo Steve Wonder, ma sei nato in Italy... ecco la tua matrice vera:
E tuttavia la funzione del MIGSED vorrebbe essere prima di tutto interpretativa: in quanto bluesy dovrebbe evocare passione, sofferenza e intensità, tutte caratteristiche essenziali per piacere al grande pubblico. Tuttavia la funzione del MIGSED è duplice: esso consente, ritardando o evitando l'intervallo di seconda, di aggiustare l'intonazione arrivando per gradi alla nota destinazione grazie all'intrinseco portamento. 

Conclusione

Come abbiamo già spiegato, questo subdolo male si è talmente incistato nello sviluppo melodico della canzonetta italiana da divenire cifra stilistica. Sciaguratamente, anche le cantanti jazz alle prime armi scivolano facilmente sul MIGSED, ma è importantissimo che il bravo insegnante individui ed estirpi dalla radice il melisma prima che si cronicizzi e diventi dunque incurabile. Ricorda che il melisma italo-giorgiano di seconda discendente si può combattere con efficacia. Essenziale però è la diagnosi precoce affinché la sua rimozione sia completa e definitiva. Anche tu puoi dare il tuo contributo, insieme possiamo sconfiggerlo!