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29 ottobre 2019

Passaporto Elettronico

Dovendo rinnovare il passaporto, il Sig.Lazzaretto si accinse a fare la richiesta di appuntamento online sul sito della Polizia di Stato, procedura di recente introdotta per snellire le pratiche burocratiche, grazie all'informatizzazione della pubblica amministrazione.
Una volta "loggato", però, il sito gli fece sapere che non esistevano uffici di polizia nella sua area di residenza e quindi non si poteva procedere all'appuntamento.
Il Sig. Lazzaretto, dando prova di arguzia notevole, provò a controllare la sezione anagrafica, che effettivamente aveva tutte le informazioni correttamente compilate, tranne il comune di residenza. Tale circostanza rendeva impossibile al sistema informativo individuare un ufficio competente, ma l'incongruenza inspiegabile era che il comune di residenza avrebbe dovuto essere un dato obbligatorio per ottenere le credenziali.
Tralasciando di porsi ulteriori domande in merito, una volta aggiunto il dato mancante, il Sig. Lazzaretto si trovò dinnanzi al più complesso e articolato form da compilare che memoria d'uomo ricordi. Innanzitutto tutti i dati anagrafici andavano compilati nuovamente (e solo questi occupavano già una ventina di campi), poi si rendeva necessario compilare altri campi di varia natura, fra cui, altezza, peso, carte di identità di tutti i parenti prossimi fino alla quarta generazione, valore del colesterolo HDL e dei trigliceridi, taglia dell'intimo, marca di deodorante preferita e altro. Dulcis in fundo, un avviso ammoniva il Sig. Lazzaretto che aveva 15 minuti a disposizione per la compilazione, dopodiché i dati introdotti sarebbero andati persi.
Alla fine del processo il Sig. Lazzaretto realizzò di poter fissare sì un appuntamento in tempi brevi, ma nel solo ufficio di Bardonecchia.
In conclusione, potendo suggerire una miglioria ispirata ai tuttora insuperati metodi della Stasi nella DDR, maestri indiscussi di burocrazia punitiva, il Sig. Lazzaretto avrebbe aggiunto l'obbligo che la compilazione andasse effettuata durante immersione in acqua ghiacciata.
Il lato positivo, è che una volta ottenuto il passaporto,il titolare può approfittare dell'opzione "espatrio definitivo", soluzione alla quale purtroppo il Sig. Lazzaretto non è interessato per ragioni meramente anagrafiche.

21 settembre 2019

Linciaggio Sommario

Il Sig. Lazzaretto, uso a passare in una strada cittadina di solito relativamente poco trafficata, una mattina vi trovò sorprendentemente una lunghissima coda, che interessava un discreto numero di mezzi pubblici, oltre a innumerevoli automobili.
Dopo alcuni minuti di immobilità, decise di sfruttare il fatto di viaggiare su uno scooter, e iniziò, con prudenza, a zigzagare tra i veicoli fermi, fino a guadagnare la testa della coda stessa. A quel punto realizzò che la corsia di marcia era completamente ostruita da due automobili di grossa cilindrata che si erano evidentemente toccate nell'intento di scartare una transenna che delimitava una piccola area di lavori stradali. Il Sig. Lazzaretto dedusse questo dallo specchietto retrovisore esterno di uno dei due autoveicoli che appariva danneggiato e dalla presenza sulla carreggiata di due giovani ben vestiti dalle barbette hipster molto curate, intenti a fotografare i risibili danni riportati nel sinistro.
Il Sig. Lazzaretto si avvide inoltre che un paio di automobilisti alla testa della coda, così come alcuni passanti sul marciapiede, inveivano rumorosamente contro i due individui impegnati nei rilievi fotografici, cercando invano di far loro notare come tale comportamento non correttissimo stesse provocando un disagio considerevole a centinaia di persone in coda, per di più ignare della futilità della reale causa dell'incolonnamento. Alcuni passanti ipotizzavano inoltre che il comportamento scorretto stesse provocando interruzione di pubblico servizio, visti i numerosi autobus coinvolti.
I due eleganti giovani, tuttavia, sembravano non essere sensibili a tale monito: al contrario essi ostentavano con strafottenza la chiara volontà di mantenere gli autoveicoli fermi sulla carreggiata, fino al completo espletamento delle pratiche assicurative, come se l'incidente fosse di ben altra gravità: a loro modo di vedere, la necessità di dirimere torti e ragioni era di gran lunga prioritaria rispetto alle esigenze del traffico.
Il Sig. Lazzaretto rimase qualche secondo ad osservare incredulo la curiosa scena, ma, una volta che si fu creato l'agognato spazio di manovra, visto il forte ritardo accumulato, decise di dare gas allo scooter e si allontanò, non senza pensare come l'antica pratica del linciaggio sommario, atto di per sé assai barbarico, in rari casi venga a possedere invece una indiscussa valenza educativa.

10 settembre 2019

Badanti aziendali

E’ un fatto incontrovertibile l’impossibilità pratica per ognuno di noi di raggiungere l’età pensionabile, che, come è noto, si allontana progressivamente e inesorabilmente. Per questa ragione, a mio avviso, la vera sfida futura per le aziende e per la pubblica amministrazione sarà riuscire ad armonizzare la funzione dell’ufficio, e in generale del luogo di lavoro, con quella della casa di riposo, allo scopo di garantire ai dipendenti più anziani un'assistenza infermieristica completa in orario lavorativo.

La figura chiave preposta a questa mansione è il badante aziendale, che avrà ad esempio il compito di accompagnare l'impiegato nel trasferimento dalla scrivania alla sala riunioni o alla mensa, di occuparsi dell'igiene del dipendente, cambiandogli il pannolone o sistemandogli il catetere, e di dargli supporto tecnico e morale nell’uso quotidiano di Office.

Il lavoratore in questo modo vedrà minimizzati i disagi causati dalla progressiva degenerazione della sua attività lavorativa, e sarà possibile somministrargli in modo efficiente tutte quelle mansioni palliative di cui il dipendente anziano abbisogna e che lo accompagneranno serenamente, in modo eticamente sostenibile, fino alla fine del rapporto di lavoro.

27 giugno 2019

Pinocchiet

L'arrivo dell'estate ci porta in dote la ricomparsa ad ogni angolo di strada di maschi con pantaloni a pinocchietto, scelta d'abbigliamento prediletta dai popoli di tibia corta, come i mediterranei e i latino americani.
Possibile non rendersi conto, nel proprio stato di appartenenza a razze per natura non slanciate, come il polpaccetto peloso e corto venga ulteriormente schiacciato a terra, come la tozza andatura venga inchiattita oltre misura da un tale naturale compressore di quadricipiti?
Ma invece, nell'indossare l'immondo pantalone a 3/4, inspiegabilmente questi individui estivi sembrano addirittura voler evidenziare tale brevità, forse a evocare una possibile compensazione con la presunta lunghezza e magari possanza del terzo arto. O almeno io non trovo altra spiegazione.

13 giugno 2019

Classificazione non sistematica degli automobilisti molesti

Ho cercato di classificare in questo breve compendio alcune tipologie di automobilisti molesti che è frequente incontrare nelle nostre strade. L'obiettivo è attribuire un nome preciso ad ogni specifica categoria, sperando che possa tornarvi utile durante i vostri trasferimenti nel tentacolare traffico urbano o extraurbano. La classificazione è puramente arbitraria, sicuramente non esaustiva, ed è altamente probabile che molti automobilisti da voi incontrati possano ricadere in più di una categoria. Vado senz'altro a cominciare.



La Crosta

Nella popolosa famiglia delle Croste ricadono gli automobilisti caratterizzati da andatura lenta, preferibilmente al centro della carreggiata, con inspiegabile tendenza a frenare molto più del necessario. Questa categoria ha due varianti principali, la Crosta con cappello e quella senza, più pericolosa perché almeno il cappello dà un'indicazione utile a individuare subito una Crosta in modo da limitarne i danni. Su strada di montagna la Crosta è la principale causa di incidenti frontali di automobilisti esasperati, che tendono a sorpassare con scarsa visibilità pur di togliersi il soggetto di torno. Vi sono molte varianti e specializzazioni di questa categoria: le vedremo nel seguito.


Il Pole Sitter

Il Pole Sitter ama partire sempre in pole position: per ottenere questo egli non si fermerà mai prima del semaforo, ma invece si attesterà in posizione più avanzata, solitamente invadendo le strisce pedonali e attirandosi così l'odio imperituro dei pedoni in attraversamento. Qualora ve ne sia possibilità, all'approssimarsi del semaforo, il Pole Sitter non si farà scrupolo di invadere la corsia opposta per superare la coda e andare a piazzarsi in testa in attesa del verde. La combinazione di Pole Sitter e Crosta è particolarmente perniciosa: questo tipo di automobilista si piazzerà sempre davanti agli altri, ma poi procederà lento al centro della carreggiata, impedendo il sorpasso fino al semaforo successivo, dove nuovamente si piazzerà in testa.


Il Temporeggiatore

E' una specializzazione della Crosta, caratterizzata dall'andatura lentissima in avvicinamento al semaforo verde, ma con un'improvvisa e repentina accelerazione a giallo avanzato, che lo porterà ad attraversare il semaforo allo scattare del rosso, costringendo l'inseguitore a fermarsi, cosa che quest'ultimo farà, non senza maledire tutti i suoi parenti anche se deceduti.


L'Annusaculo

E' quello che, a qualsiasi velocità di crociera, si piazza a 6cm di distanza da chi lo precede, di solito per farlo cambiare corsia, ma non sempre: c'è una tipologia che ama proprio viaggiare così, senza nemmeno l'intenzione di sorpassare. L'Annusaculo ha anche la variante con lampeggianti. L'antidoto è la frenata secca, meglio se con auto non di primo pelo.


L'Anfitrione

L'Anfitrione è quello che ama invitare: nel caso automobilistico, l'invito è la manovra dello spostarsi leggermente a sinistra per poi girare a destra e viceversa. Tipicamente l'Anfitrione mette la freccia nella direzione in cui intende svoltare, ma poi mentre qualcuno lo supera dalla parte opposta egli lo spinge verso l'esterno, tagliandogli la strada e constringendolo ad abortire il sorpasso. Questo comportamento è chiaro retaggio di un tempo in cui il servosterzo non esisteva e sterzare con un'automobile di grandi dimensioni poteva richiedere uno sforzo significativo. L'invito dunque aveva lo scopo di addolcire il raggio di curvatura. Con le auto moderne è solitamente indice di demenza senile.


L'Autocentrato Fluttuante

Questa categoria è anch'essa una variante della Crosta, ma la sua caratteristica specifica è quella di non rendersi conto dell'esistenza di altri automobilisti e per questo di tenere un'andatura imprevedibile, con rapide accelerazioni, pencolamenti, cambi di corsia, attacchi di sonnolenza allo scattare del semaforo verde. L'Autocentrato Fluttuante con ascendente Crosta, dopo aver provocato 7 km di coda, tenderà sempre ad accelerare nel preciso momento in cui si creerà lo spazio per operare l'agognato sorpasso da parte degli esasperati inseguitori. Tuttavia, a differenza del Pole Sitter, l'accelerazione del Fluttuante non sarà motivata da alcuna volontà di mantenere la posizione di testa, quanto da totale assenza di consapevolezza dell'altro da sé. Per questo egli non sarà in grado di rendersi mai conto di quanto disagio provocherà nella circolazione. Benché i soggetti a questa sindrome siano sempre esistiti, l'uso di Whatsapp alla guida ha contribuito ampiamente al recente incremento abnorme del fenomeno.

Ristrutturando


E' ora di dare il bianco in mansarda. Sì però nello studio, quel perlinato fa cacare, forse meglio toglierlo e mettere del cartongesso, no? Solo che una volta tolto, ci trovi strati e strati di laminato e polistirolo marcio a non finire, insetti morti, cimici e alla fine, sorpresa, le tegole. Beh, ma allora è il caso di risanare, così si migliora di brutto l'isolamento. Sì, ma vuoi rifare l'isolamento in una stanza sola, a cosa serve? E poi mica puoi tenere il resto così, adesso che sai che razza di schifezza c'è. Bene, prendiamo il toro per le corna e facciamo la stessa cosa anche nelle altre stanze. Figo, possiamo lasciare le travi a vista, sai come prende valore la casa? Però cazzo costa tanto, possiamo fare la detrazione fiscale? Purtroppo non quella per risparmio energetico, perché bisognerebbe fare un isolamento più radicale, passando per il tetto, che però è condominiale. Ah, ecco, ma allora possiamo chiedere la semplice detrazione per lavori di manutenzione straordinaria, no? Eh no, questi qui, per quanto importanti, sono comunque lavori di manutenzione ordinaria. Però il trucco ci sarebbe, spostiamo questa tramezza e diventa manutenzione straordinaria. E inoltre lo studio diventa più spazioso, a scapito dell'ingresso, ma cosa te ne fai di quell'ingresso? Fantastico, vediamo il progetto. Eccolo, però devi considerare che si crea un problema pavimenti. Perché lo studio ha il parquet e l'ingresso ha le piastrelle. Ok, ma io ho ancora parecchio parquet avanzato, possiamo usarlo per la nuova porzione dello studio e, se abbiamo culo e ci bastano, possiamo pavimentare anche l'ingresso. Purtroppo non bastano... di poco, neh? Ma non bastano. Beh, ma un pavimento in piastrelle per l'ingresso non costa mica tanto. Servono nove metri quadri, un'inezia. Dico, ma mettiamo delle piastrelle nuove nell'ingresso e lasciamo quelle vecchie nel bagno e nell'altra stanza? In effetti, non è il costo delle piastrelle che fa la differenza, sono poche centinaia di euro in più, ma è tutta un'altra cosa. A dire il vero però, cambi le piastrelle in bagno e lasci i rivestimenti sui muri che sono roba dozzinale anni '60? Eh già, ma facciamo le cose semplici: mettiamo le stesse piastrelle anche sui muri del bagno! Certo, inutile mettere piastrelle diverse... se posso permettermi, però, concorderai che i sanitari son ben bruttini eh? Tu immagina il bagno tutto nuovo coi vecchi sanitari anni settanta ingialliti. Non costa mica tanto cambiarli. Ok è ragionevole. Unica cosa: spacchi le piastrelle, facile che si rompa un tubo, e comunque l'impianto idraulico già che ci sei si fa nuovo. In effetti, quell'impianto ha sempre problemi di scarico, forse non è una cattiva idea. Esatto, però segui il mio ragionamento. Questo è un bagno mansardato. Vai a pisciare e batti la testa sulle travi una volta su due. Di là c'è sta stanzetta inutilizzata o quasi. Dal momento che dobbiamo rifare l'impianto idraulico, non sarebbe sensato spostare il bagno nell'altra stanza? Così lo fai bello comodo, spazioso e dove c'era il bagno fai delle armadiate, una stanza di servizio. Scherzi? Ho speso 1000 euro per il box doccia tre anni fa... Ma noi il box doccia lo ricicliamo, facendo la doccia delle stesse dimensioni. Consiglio tuttavia di spostare leggermente il muro tra l'attuale bagno e il futuro bagno, in modo da ricavare un po' più di spazio nella stanza mansardata. Come bagno andava bene, ma metti che ti dovesse servire una stanzetta in più? Sarebbe inutilizzabile con sto tetto spiovente. Mi sembra ragionevole. Ecco il progetto del bagno nuovo, c'è un problemino. Il box doccia è alto 1,70. E allora? Beh nella stanza mansardata era giocoforza... ma qui, con l'altezza normale, un box doccia da cui esce mezza testa fa schifo... o no? Sì lo ammetto. Scusa, ma se non dobbiamo riciclare il box doccia, forse tanto vale ingrandire la doccia, no? Logico, basta comprare un piatto doccia più grande e ritoccare il progetto... (continua)


Sottraendo


"E quindi parliamo di musica! Lei è un artista che sta avendo un riscontro particolare in questo momento. Ci racconta un po' quello che fa? "
"Beh la mia è una musica che nasce dalla volontà del sottrarre, musica realizzata attraverso il gioco del sottrarre, per meglio dire."
"Ci spiega meglio?"
"Beh la teoria musicale tradizionale ci insegna che la musica è fatta di melodia, armonia e ritmo, poi ci sarebbe il testo, ma lasciamolo da parte per il momento. Questi sono concetti ampiamente condivisi, ma è una classificazione che a me ha sempre dato un senso di vecchiezza, di ammuffito, no?"
"Capisco, quindi?"
"Innanzitutto l'armonia. L'armonia è una gabbia che imprigiona l'artista, pensi a come la musica contemporanea ha abbandonato i concetti di tonalità, di armonia tradizionale, oppure pensi al Free Jazz, no? L'armonia è evidentemente un fardello dal quale noi musicisti avremmo dovuto liberarci prima, ma se ci pensa, la musica popolare sta in qualche maniera confermando questa tendenza, uno o due accordi, tonica e dominante e via andare. Mi perdoni però, c'è un equivoco, questo non è fare a meno dell'armonia, è semplificare l'armonia fino a farla risultare talmente ininfluente da far pensare che non ci sia. Una vera libertà armonica è al contrario ottenibile solo eliminando ogni sovrapposizione di note, niente accordi, niente contrappunti, è questo il vero elemento dirompente!"
"Quindi lei dice niente sostegno armonico... ma ritmo e melodia?"
"Ci arrivo. Melodia, lei mi insegna, che brutta parola. Non c'è niente di più offensivo per un artista di essere definito un 'melodico', conviene? La melodia, mi creda, è la morte della musica. Il pubblico segue bovinamente, impara a canticchiare la melodia, ma è un'esca per palati grossolani, un escamotage così facile e squallido. Del resto, di nuovo, la musica popolare, che è espressione del comune sentire, ormai ne fa volentieri a meno, pensi al Rap, all'hip hop..."
"E il ritmo? Il Rap che lei chiama in causa è essenzialmente basato su un ritmo riconoscibile, coinvolgente, e anche su sincopi, controtempi, roba tutt'altro che banale."
"Anche qui ci sarebbe molto da dire. Il ritmo è l'elemento primordiale. Non si dice sempre che la musica nasce da un africano che batte due rami su un tronco, ovvero un tamburo rudimentale, no? Bene, benissimo ma... mi perdoni, per quanto tempo dovremo essere legati al ritmo? Non è proprio possibile trovare qualcosa di innovativo? Siamo sempre lì dopo ottomila anni? Non ne abbiamo ancora abbastanza? Io faccio questa semplice sottrazione: togliamolo via, e si apriranno enormi orizzonti, badi bene, dove nessuno prima si è avventurato davvero. Non le sembra affascinante?"
"Okay, ma quindi senza armonia, melodia né ritmo cosa resta? Un testo poetico? Come possiamo definire musica un semplice testo?"
"Chi ha detto che la mia musica abbia un testo? Io ho sempre scritto musica strumentale".
"Chiaro. Beh a questo punto siamo curiosissimi di passare all'ascolto. Possiamo sentirne un assaggio?"
"Certamente!" 


21 marzo 2019

Autobio 6: La Recensione

Era il 1985 ed ero fresco fresco di trasferimento in questa città. All’epoca Internet non c’era, quindi trovare un appartamento in affitto (anzi un “alloggio”, come si usava e si usa dire qui) significava comprare un adeguato numero di pubblicazioni cartacee dai titoli come “Secondamano”, “Portobello”, “Comprovendo” e poi attaccarsi al mitico Bigrigio Siemens S62, finché l’indice della mano destra, a lungo sollecitato nella rotazione del disco combinatore, iniziava a dolere.
Bigrigio Siemens S62

Le agenzie immobiliari anche allora la facevano da padrone, ma senza Internet non c’era modo di visionare le foto degli “alloggi” e scartare le topaie a priori. Quindi si cercava di capire quello che l’agente immobiliare voleva farti capire e poi appuntamenti su appuntamenti, quasi sempre insoddisfacenti.

Da giorni vedevo un annuncio appetitoso, ma sospetto, che parlava di un monolocale con angolo cottura e bagno, piccolo certamente, ma in una delle piazze monumentali del centro e perdipiù straordinariamente conveniente. Si trattava di un piano alto, il che faceva pensare a un attico con vista mozzafiato sui tetti cittadini, magari penalizzato da una lunga rampa di scale, inconveniente però tutto sommato accettabile per un giovane come io ero, a fronte della promessa di un’esistenza superbamente bohémien.

Contattata l’agenzia, non mi diedero però il consueto appuntamento con l’incaricato, ma mi suggerirono di passare direttamente da loro a ritirare le chiavi, fatto questo che avrebbe dovuto insospettirmi.

Munito di chiavi e di indicazioni precise, raggiunsi lo stabile, molto signorile, che mi impressionò subito per la bellezza monumentale dell’androne e delle scale marmoree. Le istruzioni dicevano sesto piano e c’era pure l’ascensore, cosa non sempre scontata in quegli anni. Cercai il pulsante del sesto, in cuor mio già sapendo che non ci sarebbe stato: le mansarde erano sempre raggiungibili dopo un’ulteriore rampa a piedi. Non trovai però nemmeno il pulsante del quinto e questo mi spiazzò per un momento. Salii dunque al quarto, affrontai l’attesa rampa che portava al quinto e mi guardai intorno contemplando la batteria di porte delle mansarde.
Poi vidi la scaletta.

Una specie di scala da pollaio, ripidissima, che saliva nel buio e che finiva davanti a una porticina. Aprii. La prima cosa che vidi fu il letto matrimoniale, abbastanza spazioso, ma conficcato sotto lo spiovente, al punto che, tra il cuscino e quest’ultimo, solo un dormiente dalla testa molto minuscola e capace di una assoluta immobilità avrebbe potuto sopravvivere. Identificai una ristretta area al centro della stanza, forse di 4 metri quadri, in cui una persona brevilinea avrebbe potuto assumere la posizione eretta. C’era anche una lavatrice, il cui oblò era però raggiungibile solo strisciando a terra.

A questo punto tutto era chiaro, ma decisi di dare ugualmente un’occhiata al bagno: tutt’altro che brutto, certamente sarebbe stato apprezzabile per una persona affetta da nanismo ipofisario.

Oggi siamo abituati a leggere le recensioni prima di comprare qualsiasi cosa, prima di prenotare alberghi, ristoranti, usiamo TripAdvisor, Booking, ed è una bella innovazione perché permette di mettere in guardia l’ignaro prossimo avventore ed evitargli di commettere il tuo stesso errore.

All’epoca Internet non c’era. Tuttavia una recensione sfavorevole qualcuno prima di me si era premurato di lasciarla: uno stronzo colossale ben piantato nella tazza, rigidissimo. Peccato che per leggere la recensione avessi dovuto andare lì di persona. Poi dice che si stava meglio una volta.

13 marzo 2019

Vi spiego in due parole gli americani obesy della tv

Gli #americaniobesydellatv pesano inizialmente 330 Kg, ma alla fine della trasmissione, con tanta determinazione riescono a riappropriarsi della loro qualità di vita arrivandone a pesare 180.
Gli #americaniobesydellatv sono obesy ma anche tutti i loro amici e parenti sono obesy, anche se questi ultimi passano per quelli che sono in forma e danno il buon esempio a livello nutrizionale, evitando il cibo spazzatura e limitandosi a cibi più sani e leggeri come ali di pollo fritte o burritos.
Gli #americaniobesydellatv parlano tutti con dizione perfetta, che se chiudi gli occhi pensi siano fisicamente atletici e affascinanti. Se proprio proprio il doppiatore ogni tanto strascica un pochetto, oppure finge di avere un po’ di raucedine, così per far capire che si tratta di gente un pochino ordinaria.
Gli #americaniobesydellatv vivono in case di compensato (che una volta all'anno vengono spazzate via da uragani dai nomi curiosi, ma questa è un'altra storia) e non è previsto un tavolo per mangiare, in quanto il protagonista mangia direttamente spiaggiato a letto mentre gli altri prendono il cibo dall'apposito cartoccio davanti alla tv.

Gli #americaniobesydellatv hanno macchine enormi con le quali vanno a farsi visitare a Houston da un chirurgo iraniano curvo curvo chiamato dottor Nowzadaran: se le macchine non fossero enormi gli #americaniobesydellatv non ci starebbero, ma anche così, quando gli #americaniobesydellatv ci si piazzano dentro, il pianale quasi tocca terra.
Gli #americaniobesydellatv a un certo punto del loro dimagrimento cominciano a intristirsi e a preoccuparsi della cosiddetta "pelle in eccesso", ma niente paura che il dottor Nowzadaran gliela affetta via alla fine della trasmissione.
Nota bene: spesso alcuni #americaniobesydellatv hanno un pickup gigantesco (mezzo di trasporto di cui nessuno sano di mente ha mai capito lo scopo), e indossano in questo caso una T-shirt nera e dei pantaloni a tre quarti. Questo tipo di abbigliamento è quello necessario per poter gestire dei banchi di pegni, oppure per partecipare alle aste di garage abbandonati. In questi casi però si tratta di individui non interessati alla dieta. Questo lo dico per completezza.

26 febbraio 2019

Crisi

In crisi, privi di dindi,
vidi indizi di limiti fisici:
lividi indicibili,
i pirilli cilindrici ritti
di militi sifilitici.
In climi rigidissimi, vidi
i visi bigi, illividiti
di bimbi intirizziti.
Finiti i cibi tipici,
visti i rischi insiti in cibi chimici...
“Ci si cibi di cimici!” mi dissi.

05 gennaio 2019

Vademecum per produttori dell'industria musicale: Tecniche di songwriting efficace


  1. Scegliere un pezzo pop degli anni '60 o '70, che abbia avuto in passato un certo seguito commerciale, insomma una melodia che in qualche modo sia non del tutto sconosciuta ai più.
  2. Rimuovere strofe, incisi o specials che potrebbero distrarre l'ascoltatore, mantenendo invece il ritornello o il tema principale.
  3. Qualora fossero ancora presenti modulazioni indesiderate, eliminarle semplificando l'armonia per venire incontro alle capacità cognitive del pubblico: l'ideale se possibile è arrivare a utilizzare solo tonica e dominante, eventualmente ritoccando leggermente la melodia in modo da non creare dissonanze.
  4. Introdurre maggior monotonia ritmica rispetto all'originale, possibilmente utilizzare un ritmo monocorde e meccanico per non creare sconcerto nell'ascoltatore.
  5. Scegliere accuratamente una cantante che abbia una voce giovane e fresca, meglio se nasale e infantile, purché sia in grado di produrre un buon numero di melismi, fiatini e singhiozzi e soprattutto che abbia la tendenza a simulare il desiderio di scoppiare a piangere, indipendentemente dalla semantica del testo: questo ultimo accorgimento produrrà forte emozione nel pubblico.
  6. Aggiungere in sezioni precise del pezzo una generosa dose di autotune, questo darà al timbro della cantante un livello di distorsione accettabile per il pubblico giovanile.
  7. Verso la fine della canzone, inserire un pezzo rap con voce maschile molto profonda e scura, in cui ripetere i concetti espressi dal testo originale ma aggiungendo qua e là le parole "baby" e "money", che daranno al pezzo il necessario colore black.