- Scegliere un pezzo pop degli anni '60 o '70, che abbia avuto in passato un certo seguito commerciale, insomma una melodia che in qualche modo sia non del tutto sconosciuta ai più.
- Rimuovere strofe, incisi o specials che potrebbero distrarre l'ascoltatore, mantenendo invece il ritornello o il tema principale.
- Qualora fossero ancora presenti modulazioni indesiderate, eliminarle semplificando l'armonia per venire incontro alle capacità cognitive del pubblico: l'ideale se possibile è arrivare a utilizzare solo tonica e dominante, eventualmente ritoccando leggermente la melodia in modo da non creare dissonanze.
- Introdurre maggior monotonia ritmica rispetto all'originale, possibilmente utilizzare un ritmo monocorde e meccanico per non creare sconcerto nell'ascoltatore.
- Scegliere accuratamente una cantante che abbia una voce giovane e fresca, meglio se nasale e infantile, purché sia in grado di produrre un buon numero di melismi, fiatini e singhiozzi e soprattutto che abbia la tendenza a simulare il desiderio di scoppiare a piangere, indipendentemente dalla semantica del testo: questo ultimo accorgimento produrrà forte emozione nel pubblico.
- Aggiungere in sezioni precise del pezzo una generosa dose di autotune, questo darà al timbro della cantante un livello di distorsione accettabile per il pubblico giovanile.
- Verso la fine della canzone, inserire un pezzo rap con voce maschile molto profonda e scura, in cui ripetere i concetti espressi dal testo originale ma aggiungendo qua e là le parole "baby" e "money", che daranno al pezzo il necessario colore black.
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05 gennaio 2019
Vademecum per produttori dell'industria musicale: Tecniche di songwriting efficace
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