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12 gennaio 2020

Il Pubblico del Jazz



Introduzione

A ciascuno di noi sarà capitato prima o poi di partecipare come spettatore a un concerto di jazz. Non parlo ovviamente dei concerti a teatro, ma piuttosto delle semplici esibizioni di complessini jazz nei locali cittadini, spesso durante la cena in ristoranti o in club. Questo breve compendio ha lo scopo di minimizzare il disagio che voi spettatori dovrete normalmente subire durante l'esibizione di jazzisti che, disturbando con la loro musica la vostra conversazione, potrebbero, se non opportunamente tenuti a bada, rendere estremamente sgradevole la vostra serata fra amici.


L'approccio psicologico

Innanzitutto è opportuno sapere che i jazzisti, a dispetto dell'apparenza, sono persone dall'animo semplice e gentile. Di conseguenza provare ad entrare in sintonia con loro è solitamente un'idea migliore che cercare un aperto dissidio. Per cominciare, se state cenando in un locale e vi sono dei jazzisti che pretendono di esibirsi vicino al vostro tavolo, è opportuno sapere che, se muoverete ritmicamente la testa fingendo di seguire il ritmo per qualche secondo con finta espressione rapita, darete al jazzista l'illusione che state apprezzando la sua musica, cosicché lui vi qualificherà come pubblico non ostile e nutrirà verso di voi un piccolo debito di gratitudine che potrà durare anche parecchi minuti.

Tempistiche di conversazione

Avete mai fatto caso che nel jazz vi sono dei momenti in cui la musica è forte e veloce, o addirittura frenetica, e altri in cui invece i jazzisti suonano musica più lenta e a basso volume? Questi momenti, solitamente chiamati "ballads", costituiscono certamente una ghiotta occasione per conversare con i vostri vicini di tavolo. Il massimo, secondo gli esperti, sarebbe approfittare dei cosiddetti "assoli di contrabbasso". NB: se non siete sicuri di poter riconoscere il contrabbasso, sappiate che si tratta di quel violino molto grande che non si capisce a cosa serva. Dal momento che invece la normale conversazione sarà  difficoltosa durante i pezzi più veloci e rumorosi, voi ne approfitterete per dar sfogo agli schiamazzi liberatori e ai rituali cori sportivi, ma cercando sempre di non esagerare con le vostre urla, per il dovuto rispetto verso i musicisti. Va da sé che riserverete invece le conversazioni intime ai momenti musicali più pacati.


Il ritmo del jazz

Tutti sanno che il jazz può essere trascinante per via del suo ritmo, anzi si potrebbe dire che il ritmo del jazz giustifichi in parte tutte quelle note astruse e per lo più francamente noiose. Farete la felicità del jazzista in sala se, occasionalmente, accompagnerete con il battito delle mani il fluire della musica. Ovviamente, anche se può sembrare una banalità, il clap va fatto in questo modo: "UNO!" (due) "TRE!" (quattro). Questo aiuterà il jazzista a improvvisare con maggiore lena e fluidità. In aggiunta, potrete ottenere un effetto molto suggestivo se con le posate sui bicchieri cercherete di simulare il caratteristico modo di percuotere le percussioni da parte del batterista: con un po' di esercizio sarete senz'altro in grado di creare una bella sinergia con i musicisti, che non mancheranno di farvi capire il loro apprezzamento con sorrisi e strizzatine d'occhio. Infine, se avete dei bambini con voi, lasciateli liberamente circolare tra gli strumenti. I bambini saranno naturalmente attratti da tamburi e piatti della batteria e cercheranno di percuoterli durante le più infuocate sessions con grande soddisfazione dei musicisti, che di solito amano molto questo tipo di attenzioni da parte dei più piccini. 

Conclusioni

Sono semplici trucchi, vorrei quasi dire piccole astuzie, ma potranno davvero cambiare il vostro atteggiamento nei confronti del jazz perché non sarete mai più costretti a dovervi rivolgere al gestore affinché faccia zittire i musicisti, cosa sempre spiacevole e francamente di cattivo gusto. Buon ascolto a tutti!