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05 aprile 2021

Verbali a primavera

Era una di quelle sere di primavera in cui la luce del tramonto sembra non volersi spegnere mai e gli uccelli si rincorrono senza sosta tra alte grida. Una di quelle sere in cui i profumi dell'aria risvegliano sensi assopiti e antiche memorie in quelli come noi che non sono più giovani. Una di quelle sere, dicevamo, e precisamente il 2 aprile u.s. alle ore 20, si riunì in seconda convocazione l'assemblea straordinaria condominiale. 

Presenti i signori Perello, il signor Botta, i signori Chiesa e la signora Martino, presenti con delega i signori Morassutti, per un totale di 780/1000. L'assemblea fu dunque dichiarata valida dall'Amministratore, che aveva un forte mal di testa per i postumi della cena di pesce della sera precedente, innaffiata da qualche bicchiere di troppo di un ottimo Donnafugata ghiacciato, leggermente fruttato. Furono nominati presidente il signor Botta e segretario la signora Martino, sempre molto elegante seppur, dato il contesto, un tantino troppo scollata a detta dei più. 

Si dichiarò subito aperta l'assemblea, che aveva come ordine del giorno il rifacimento del locale portineria, e la sostituzione della caldaia, più varie ed eventuali. I signori Perello, dichiararono subito la loro contrarietà al rifacimento della portineria, preoccupati del prevedibile maggior esborso nelle spese condominiali. I Perello erano due coniugi di mezza età, inseparabili, benché di lui si favoleggiasse una certa qual inclinazione ad intrattenere rapporti carnali mercenari addirittura con giovani del suo stesso sesso. Nondimeno nessuno avrebbe saputo dire da dove fosse nata tale diceria, che nemmeno l'evidenza più schiacciante avrebbe provveduto a fugare. 

I Signori Chiesa, al contrario, espressero il loro parere favorevole, e corroborarono la loro convinzione con la presentazione di un preventivo di euro 7400 più IVA da parte della ditta Ferretti e C., che si era resa disponibile ad effettuare i lavori in tempi brevissimi, preventivo che fu valutato estremamente conveniente dal resto dell'assemblea e gettò nello sconforto la signora Perello, vistosamente accaldata, probabilmente in piena menopausa. Coppia determinata i Chiesa, lei aveva tutta l'aria di portare i pantaloni in famiglia, ma lui, un commerciante in tessuti, aveva una notevole esperienza come venditore e sapeva essere convincente. 

La mozione portineria fu dunque messa ai voti, e approvata, seppure con maggioranza risicata, mentre nella sala scendeva poco a poco l'oscurità: nessuno finora aveva trovato la forza o la voglia di accendere la luce, azione questa che avrebbe sancito lo spegnersi ineluttabile del giorno. Quanto era dolce invero lasciarsi andare alla leggera malinconia che il tramonto ci comunica, eterna metafora del sensus finis cui nessun comune mortale può sottrarsi. 

L'Amministratore, si schiarì la voce e fece partire la discussione sul secondo punto all'ordine del giorno, ovvero la sostituzione della caldaia. Fece un discorso accorato, spiegando quali fosse l'evidente convenienza economica delle nuove caldaie a condensazione e in quanto poco tempo il costo sarebbe stato ammortizzabile. Si capiva che i suoi argomenti facevano grande presa sulla signora Martino, che nel mettere a verbale gli accadimenti, si sporgeva nettamente verso l'Amministratore, un po' imbarazzato ma per nulla infastidito dalla vista del generoso décolleté. Ma il Signor Botta, ragioniere in una agenzia assicurativa e per nulla sensibile alla questione energetica, si dichiarò invece del tutto contrario, e ridicolizzò quanti credevano davvero che il condominio avrebbe tratto vantaggi in termini di spesa dalla sostituzione della caldaia. 

La sua arringa fu evidentemente molto convincente, o forse l'assemblea volle punire la tresca che pareva nascere tra l'Amministratore e la signora, fatto sta che la sostituzione della caldaia fu respinta con il solo voto dissenziente di una signora Martino visibilmente inviperita. L'Amministratore, che in cuor suo per un attimo aveva pensato di trattenere la signora con una scusa qualsiasi, sentì che l'emicrania aveva raggiunto un livello intollerabile. 

Nessuno ebbe qualcosa da aggiungere alla voce "Varie ed Eventuali", cosa che sollevò non poco l'Amministratore, ansioso di chiudere. Non erano passate le 21.30 quando l'assemblea fu dichiarata chiusa, con a seguire regolari firme del segretario, e del presidente. 

La vita non avrebbe mai restituito ai presenti il tempo perduto, ma un altro giorno di ordinaria amministrazione condominiale era giunto al termine.

25 marzo 2021

Naufragio

Quando fu il momento di abbandonare la grande nave, che iniziava lentamente ad affondare, si pose il problema di definire le priorità degli sbarchi. Inizialmente si decise che i naufraghi dovessero essere sbarcati secondo fasce di età decrescente e si iniziò dunque con gli ultraottantenni. Tuttavia fu subito chiaro che i marinai andavano a rilento nel calare nuove scialuppe in mare e che i vecchi stessi faticavano a raggiungere le imbarcazioni e a salirvi a bordo. 

Si decise dunque che, per accelerare le operazioni, fosse logico introdurre anche una seconda coda di priorità, stavolta riservata a precise categorie professionali: i giornalisti per esempio, dato che era estremamente importante documentare il naufragio. Oppure gli avvocati e i magistrati, poiché le indagini sul disastro avrebbero richiesto la loro presenza, e naturalmente i religiosi, perché si poteva prevedere che vi sarebbero state inevitabili perdite e dunque salme da benedire. Per tutte queste persone, meno anziane e dunque decisamente più agili rispetto agli ultraottantenni, si misero in mare scialuppe più snelle, ma dunque anche più scomode e instabili: ci scappò il primo morto: un avvocato marchigiano mise un piede in fallo e scivolò in acqua, rimanendo schiacciato tra la scialuppa e la murata della nave. 

La causa di questa morte fu del tutto accidentale, ma nondimeno si diffuse tra i passeggeri sul ponte una forte sfiducia riguardo la sicurezza delle scialuppe, tanto che molti dichiararono di non volervi più salire. In fondo la nave era grande e avrebbe certamente mantenuto un livello di galleggiamento sufficiente a non farla affondare, mentre, al contrario, quelle scomode e instabili scialuppe sarebbero finite alla deriva in balia delle onde e poi inghiottite dalle acque. 

Tra i più decisi a rimanere a bordo c'erano anche alcuni beninformati, secondo cui l'iceberg non era mai esistito. O comunque non era affatto entrato in collisione con la nave. Essi dicevano di aver appreso da fonti alternative che il capitano, in combutta con una compagnia navale concorrente, stava inscenando ad arte un finto naufragio dietro pagamento di una grossissima somma. E che qualcosa non tornasse avrebbe dovuto essere ovvio (almeno a chi come loro era ancora in grado di farsi delle domande) dal momento che la nave appariva sì inclinata su un fianco, ma non su entrambi. Secondo questi passeggeri, i quali dicevano sottovoce di temere per la propria incolumità personale a causa delle informazioni in loro possesso, quasi tutti i giornalisti a bordo, apparentemente affannati nel telegrafare agli organi di stampa di regime il resoconto di quanto stava accadendo, avevano in realtà un ruolo preciso nella messinscena, per una serie di ragioni che logicamente non si dovevano sapere. 

Il malcontento a bordo aumentava progressivamente: adesso i marinai impegnati nel salvataggio, che inizialmente erano stati accolti come eroi, venivano presi a male parole dalla maggior parte dei passeggeri, ormai quasi tutti decisi a non lasciare affatto la nave. Altri, pur non avendo alcuna esperienza di navigazione, pretendevano di insegnare ai marinai il modo più corretto di calare le scialuppe in mare. 

La nave intanto iniziò a inclinarsi in modo sempre più preoccupante, alcuni passeggeri piangevano e urlavano di terrore, ma c'era anche chi, sicuro della propria incolumità, li derideva fra sghignazzi e sonore pernacchie. Si pensò per un momento di far smettere l'orchestra, che in quel frangente continuava imperterrita a suonare motivetti allegri, ma poi si decise che la diretta televisiva dalla sala da ballo non poteva essere interrotta pena ingenti richieste di danni da parte dello sponsor. 

E fu a quel punto che la nave fu inghiottita definitivamente, all'arrivo della quarta, immensa e terrificante ondata.